Una donna di 41 anni è stata indagata dalla Procura di Milano per violenza privata e tentata interruzione di gravidanza non consensuale per aver costretto la figlia di 17 anni a firmare il consenso ad abortire. E’ successo ieri pomeriggio in un ospedale dell’hinterland milanese dopo che la donna ha portato la ragazzina quando la figlia le ha comunicato di aver scoperto il precedente 3 ottobre di essere rimasta incinta. Nella struttura sanitaria c'è stata una lite tra le due. Quando i medici l’hanno visitata da sola e le hanno chiesto se fosse convinta di abortire, la 17enne ha risposto: «No, l’ho fatto perchè mia madre mi ha guardato male». Nella struttura sanitaria sono poi arrivate la nonna della 17enne e il fidanzato. Successivamente la minore è andata in caserma dai carabinieri dove ha reso dichiarazioni spontanee senza formalizzare denuncia: «Non mi sento sicura di tornare a casa, temo che mia mamma possa minacciarmi e farmi del male», ha spiegato. Della vicenda sono state informate sia la procura ordinaria che quella per i minori. Quest’ultima ha disposto il collocamento della 17enne a casa dei nonni mentre l’altra ha inoltra d’urgenza all’ufficio gip richiesta di nominare un curatore speciale per la ragazzina dal momento che esisterebbe un «conflitto di interessi» tra lei e la madre, che la rappresenta.