Un emozionante viaggio nei secoli, tra mura antiche che ancora oggi raccontano una storia di accoglienza, condivisione identitaria e memoria. Dopo aver presieduto la cerimonia inaugurale del 43. Congresso Ciesm nella Scuderia di Palazzo dei Normanni, inneggiando alla cooperazione scientifica tra i popoli, il principe Alberto II di Monaco ha visitato il complesso monumentale accompagnato dal presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana Gaetano Galvagno, e ha incontrato il presidente della Regione Renato Schifani.
Il Palazzo e la storia dei popoli in Sicilia
L'edificio è la più antica residenza reale d'Europa (è infatti detto anche Palazzo Reale) e dal 2015 è Patrimonio Unesco. Ingloba resti di fortificazioni fenicio-puniche (VIII-V secolo a.C) e divenne residenza reale con la dominazione araba, fino a raggiungere l'apice architettonico con i Normanni da cui prese nome, diventendo polo culturale europeo tra il XII e il XIII secolo, con l'edificazione nel 1139 della splendida Cappella Palatina voluta dal sovrano Ruggero II, alla cui incoronazione nel 1130 risale la prima convocazione del Parlamento del Regno di Sicilia. Dopo la morte (1250) di Federico II di Svevia "stupor mundi" e un periodo di decadenza durante le dominazioni angioino-aragonesi, il palazzo tornò ad occupare un ruolo importante con i vicerè spagnoli. Ospitò l'incoronazione di Vittorio Amedeo II di Savoia nel 1713 e poi nel 1735 di Carlo III di Borbone, sotto le cui dominazioni si susseguirono numerosi interventi. Dopo l'Unità d'Italia fu assegnato all'Esercito e, dal 1947, è sede dell'Assemblea regionale siciliana e, nell'ala ovest, del Comando Militare dell'Esercito in Sicilia, che ne cura con grandissimo impegno la conservazione e la fruibilità pubblica. Ad accogliere il sovrano monegasco, inaugurando i saluti istituzionali del congresso, è stato infatti il comandante militare dell'Esercito in Sicilia, generale di brigata Francesco Principe, evidenziando anche il ruolo della forza armata nella cura del patrimonio architettonico.
La visita al Parlamento più antico d'Europa
"E’ stato per me un grande onore - ha sottolineato il presidente Galvagno - accogliere a Palazzo Reale, S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco. Tra la Sicilia e il Principato esiste storicamente un forte legame fatto di amicizia e collaborazione, questo è quello che ho ribadito durante il mio saluto ai 400 ricercatori di 23 nazioni, giunti a Palermo per partecipare al 43esimo congresso del Ciesm, la Commissione internazionale per l'esplorazione scientifica del mar Mediterraneo. Al Principe Alberto ho avuto il piacere di mostrare le bellezze e le particolarità del Palazzo Reale: uno dei monumenti più straordinari della nostra incredibile Sicilia. Dalla Cappella Palatina alla sala di Re Ruggero, dalla Sala dei Vicerè all’immensa Sala d’Ercole, un percorso storico, culturale che S.A.S. ha molto apprezzato. Orgoglioso da presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana di avere avuto inoltre modo di illustrare al Principe Alberto di Monaco il funzionamento del più antico Parlamento d’Europa". Il sovrano monegasco è rimasto particolarmente colpito dalla magnificenza della Cappella palatina e delle sale del palazzo, dalla Sala di Re Ruggero a quella dei Vicerè, e si è a lungo soffermato nella Sala d'Ercole, sede che ospita le riunioni dell'assemblea regionale, firmando i registri delle visite. Ha poi visitato lo studio del presidente dell'Ars nella Torre Pisana, unica torre medievale rimasta integra nel complesso fortificato. Nella Sala Cinese si è poi tenuto il pranzo ufficiale con le autorità siciliane e la delegazione monegasca - di cui faceva parte anche l'ambasciatrice di Monaco in Italia Anne Eastwood - con cui il Principe ha poi visitato altri due gioielli del patrimonio siciliano: la Cattedrale di Santa Maria Assunta e la chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio, due siti emblematici della ricchezza culturale e storica del città.
"Sicilia vibrante di modernità e dinamismo"
"La storia umana della Sicilia - aveva sottolineato Alberto di Monaco inaugurando il congresso - è intrecciata con quella del Mediterraneo, e si riflette all'interno di queste stesse mura. Siamo qui riuniti sopra gli insediamenti punici, e queste mura hanno accolto ondate di governanti, che vanno dagli Emiri ai Normanni, dai Re di Sicilia fino ai tempi moderni e all'Assemblea regionale siciliana dal 1946. Come ha sottolineato Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo, la Sicilia è una terra dove 25 secoli di storia gettano una lunga ombra, che sembra tenere i suoi abitanti in una sorta di paradiso congelato nel tempo. Questa è l'eco di Elio Vittorini quando scrive "In Sicilia il tempo sembra non avere significato. I secoli sembrano piegarsi l'uno nell'altro". Ora questi tempi sono ben indietro e la Sicilia ci appare vibrante di modernità e dinamismo”.
"Questo incontro - aveva evidenziato il presidente Galvagno nei saluti istituzionali in apertura del convegno - rappresenta un momento di grande significato per tutti noi, un’opportunità per unire le forze e condividere conoscenze vitali per la salvaguardia del nostro Mare Mediterraneo, culla di civiltà, simbolo di unione e dialogo tra le culture, la cui preziosa e vitale biodiversità è oggi più che mai minacciata dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici. Palermo e la Sicilia, con la sua ricca storia e la sua bellezza senza tempo, è il luogo ideale per affrontare tali sfide che necessitano con urgenza di un approccio collaborativo e multidisciplinare. Sono certo che i lavori di questi giorni porteranno a risultati significativi, contribuendo a tracciare un percorso verso un futuro di auspicabile sostenibilità. Desidero esprimere innanzitutto un sincero ringraziamento al Generale Francesco Principe, che ospita questo importante evento, al Direttore generale della CIESM, professoressa Laura Giuliano e a tutto il Comitato organizzatore, che include la Stazione Zoologica Anton Dorhn di Napoli, l’Università di Palermo e l’Università di Catania. Sono convinto che il vostro lavoro ispirerà nuove idee e progetti per la protezione del nostro patrimonio marino. Un saluto particolare va però a Sua Altezza Serenissima, il Principe Alberto II di Monaco che, con la sua presenza oggi, arricchisce enormemente questo evento. Tra la Sicilia e il Principato di Monaco esiste storicamente un forte legame fatto di amicizia e collaborazione. La stessa Università degli studi di Palermo, un paio di anni fa, ha conferito la Laurea Magistrale Honoris Causa al Principe Alberto II di Monaco per la grande sensibilità che sempre ha dimostrato nei confronti delle tematiche ambientali, soprattutto a quelle legate al bacino mediterraneo e alle regioni polari. Mi sembra opportuno sottolineare quanto la ricerca scientifica sia stata a Monaco una radicata tradizione: ricordiamo il Centro Scientifico di Monaco (CSM) che, fondato nel 1960, studia dal 1990 principalmente gli ecosistemi costieri e più in particolare i coralli tropicali e temperati in relazione al cambiamento climatico globale e, a tale proposito, l’eccezionale mostra di esemplari di coralli rossi, tesoro della cultura siciliana del XVII-XVIII secolo, che impreziosisce l’evento che oggi inauguriamo, metterà in evidenza proprio le ricerche del Centro Scientifico di Monaco che hanno recentemente consentito di riprodurre artificialmente questi coralli in cattività aprendo così la strada al possibile ripopolamento di queste specie marine tanto minacciate. Nel 2012, oltre al Dipartimento di Biologia Marina, sono stati creati, in seno al CIESM, due nuovi dipartimenti di ricerca: un dipartimento di Biologia Polare e un dipartimento di Biologia Medica e, nel 2016, il Centro Scientifico di Monaco è diventato un Centro collaboratore dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il sostegno alla comunità scientifica da parte del principato monegasco è stato quindi sempre concreto ed il Principe Aberto II si è in particolare distinto per la profonda consapevolezza della necessità di preservare il Mediterraneo promuovendo anche le attività della Commissione Internazionale per l’Esplorazione Scientifica del Mediterraneo, straordinaria coalizione di 23 governi membri e centinaia di istituti marini, che, come è noto, collega scienziati da tutte le sponde del Mediterraneo e dei mari adiacenti, favorendo la condivisione delle ultime scoperte e dei progressi dell'oceanografia che si avvale di programmi che monitorano i parametri critici rilevandone cambiamenti e tendenze; inoltre, tramite la “Fondazione Principe Alberto II di Monaco”, Sua Altezza Serenissima è fortemente impegnato per contrastare i cambiamenti climatici, la desertificazione e promuovere poli per la salvaguardia della biodiversità marina e l’uso delle energie rinnovabili. Desidero infine ricordare che l’Assemblea Regionale Siciliana, nell’esercizio delle sue competenze legislative esclusive in tema di pesca, turismo e commercio, in base all’articolo 14 dello Statuto speciale di autonomia, nel 2019, ha approvato, un’importante disciplina normativa per la salvaguardia della cultura e delle identità marine e per la promozione dell'economia del mare. Per affrontare le sfide di oggi siamo tutti chiamati a costruire ponti di comprensione e cooperazione, superando le divisioni storiche; in questo modo, potremo garantire un futuro migliore non solo per il nostro mare, ma anche per le generazioni a venire".
Foto di Axel Bastello/Palais princier
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