Bisogna rivalutare tutti i presupposti della confisca, soprattutto per capire se sono realmente legati al concetto di “mafiosità”. Ha deciso così la Cassazione per la confisca dell’impresa barcellonese di demolizione auto e rottamazione intestata a Carmela Bellinvia, madre di Salvatore Ofria, ritenuto in passato dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina un «elemento di spicco dell’associazione di tipo mafioso dei Barcellonesi».
Si tratta in concreto del cosiddetto “incidente di esecuzione” richiesto dal pool di legali di Ofria e dei suoi congiunti all’indomani della irrevocabilità della confisca per riaprire il caso, composto dagli avvocati Salvatore Silvestro, Giuseppe Lo Presti e Franco Scattareggia, che ha visto l’accoglimento delle tesi difensive per un nuovo esame dei presupposti specifici. Il cosiddetto “incidente di esecuzione” - in termini semplici -, è in pratica l’unico rimedio che secondo la più recente giurisprudenza sia della Corte Costituzionale sia della Cassazione, è riservato ai cosiddetti terzi interessati, in questo caso i parenti più stretti di Ofria, la madre e la moglie, per far valere le proprie ragioni.
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