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Differenziata in Sicilia, ai comuni virtuosi tanti complimenti e... pochi spiccioli

Il decreto regionale individua i 108 Comuni che sono riusciti a raggiungere il 75% nella raccolta differenziata. Sono livelli record se si considera che Palermo e Catania sono ancora sotto il 20%.

Raccolta differenziata

Sono 108 i Comuni siciliani che hanno raggiunto percentuali di livello europeo nella raccolta differenziata. Ed a loro la Regione ha destinato un bonus che sta per essere erogato. Ma che invece di rasserenare il clima fra il governo e i sindaci ha finito per accendere nuove micce.
Perché sul tappeto Palazzo d’Orleans ha messo solo 2 milioni mentre secondo l’Anci ne servirebbero subito almeno 50 per compensare la spesa per l’invio all’estero dei rifiuti indifferenziati ed evitare di tagliare servizi essenziali a causa dell’aumento dei costi. Premesse per uno scontro istituzionale che maturerà sulla manovra correttiva da oltre 400 milioni, che inizia oggi il proprio percorso in commissione all’Ars proprio con un confronto fra l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino e il presidente dell’Anci Paolo Amenta.

I bonus ai 108 super Comuni Ieri Dagnino ha firmato insieme all’assessore agli Enti Locali Andrea Messina il decreto che individua i 108 Comuni che sono riusciti a raggiungere il 75% nella raccolta differenziata. Sono livelli record se si considera che Palermo e Catania sono ancora sotto il 20%. E per questo motivo a città e paesi che sono andati più forte il decreto ha assegnato i due milioni che il bilancio regionale destina come premio proprio a chi ha fatto meglio in questo settore. Il risultato è che mediamente questi centri avranno un bonus che oscilla fra i 10 e i 20 mila euro. Con delle eccezioni sia in alto che in basso. Marsala, per esempio, è la cittadina che avrà più soldi extra: 111.756 euro, seguita da Mazara che incasserà 73.706 euro e da Sciacca che riceverà 59.250 euro. Mentre Mandanici, nel Messinese, scenderà perfino sotto i 10 mila euro fermandosi a 9 mila e rotti.
La delusione dei sindaci Si tratta però di cifre che hanno deluso i sindaci. L’Anci recrimina per l’aumento dei costi che i centri più indietro nella differenziata (ma anche quelli più in linea) sono costretti a sostenere per spedire all’estero la parte indifferenziata: «Attendiamo ancora i 50 milioni che coprono parte delle spese sostenute fra il 2022 e il 2023. E nel frattempo sono maturate quelle di quest’anno...» è l’analisi di Amenta.

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