Mercoledì 23 Ottobre 2024

Mattarella: stupore per le affermazioni sul razzismo della Polizia. Il Consiglio d'Europa: "In Italia politica sempre più xenofoba"

Il Consiglio d’Europa - l'organismo nato nel 1949 dopo la Seconda guerra mondiale per promuovere la democrazia e i diritti nel continente - spiazza l'Italia con la pubblicazione di un duro rapporto stilato dalla commissione contro il razzismo e l’intolleranza (l'Ecri), composta da 46 esperti indipendenti (uno per Paese membro). Secondo il documento, la polizia italiana compie «profilazione razziale» nel corso delle sue attività - soprattutto nei confronti dei rom e delle persone di origine africana - mentre la politica negli ultimi anni è diventata sempre più «xenofoba», con un dibattito pubblico dai toni «divisivi» su stranieri e Lgbti. Affermazioni che hanno suscitato l’indignazione della premier Giorgia Meloni e lo «stupore» del presidente Sergio Mattarella.

Le reazioni delle autorità italiane

Il capo dello Stato, in una telefonata, ha espresso al responsabile della Polizia, il prefetto Vittorio Pisani, «stima e vicinanza» alle forze dell’ordine. La presidente del Consiglio ha sparato invece ad alzo zero contro le valutazioni dell’Ecri: "Le nostre forze sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni, meritando rispetto, non simili ingiurie». Ancora più netto il leader della Lega Matteo Salvini, secondo il quale «donne e uomini in divisa sono stati attaccati vergognosamente da un ente inutile pagato anche con le tasse dei cittadini italiani». «Se a questi signori piacciono tanto rom e clandestini - ha aggiunto il vicepremier - se li portino tutti a casa loro a Strasburgo». Critico anche l'altro vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Non condivido una parola di ciò che è stato scritto, escludo che ci siano agenti, carabinieri, poliziotti o finanzieri razzisti».

Le osservazioni dell’Ecri

Il rapporto, frutto di una missione in Italia della commissione, evidenzia che «le autorità non sembrano essere consapevoli della portata del problema e non hanno considerato l'esistenza della profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale», chiedendo quindi a Roma uno studio «completo e indipendente». Per quanto riguarda invece la politica, il documento evidenzia che «purtroppo un certo numero di dichiarazioni e commenti considerati dispregiativi e carichi di odio provengono da politici e funzionari pubblici di alto profilo, soprattutto durante i periodi elettorali». E tra «gli esempi recenti di dichiarazioni razziste e Lgbti-fobiche nella vita pubblica», l’Ecri cita «le osservazioni fatte in un libro pubblicato nel 2023 da un generale delle forze armate italiane», ossia Roberto Vannacci (che pure non viene mai citato per nome), su gay e italiani di colore.

Le richieste del rapporto

Non solo. Tra gli esempi non virtuosi la commissione denuncia «critiche indebite che mirano a minare l’autorità dei singoli giudici che decidono sui casi di migrazione», quando invece la magistratura deve essere "rispettata, protetta e promossa». L’Ecri - a quanto si apprende da fonti del Consiglio d’Europa - ha inviato il rapporto alle autorità nazionali prima della pubblicazione e ha inserito alla fine «il punto di vista del governo» su quanto è affermato nel documento; nelle sei pagine inviate da Roma sono commentate varie parti del rapporto, compreso il paragrafo, il novantunesimo, in cui l’Ecri denuncia la profilazione razziale operata dalle forze dell’ordine. E i commenti delle autorità italiane non contengono alcuna critica di questa denuncia.

Le precisazioni italiane

Tuttavia, in relazione ad un altro paragrafo, Roma scrive che «l'osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (che dipende dal ministero dell’Interno) ha introdotto dal 2014 un focus specifico», nell’ambito delle attività di formazione, sui rischi connessi alla «profilazione discriminatoria» da parte della polizia. «L'Ecri non accusa affatto le forze dell’ordine italiane di razzismo ma sollecita le istituzioni e le autorità politiche ad abbandonare alcune prassi come la profilazione razziale e stigmatizza il clima xenofobo e di odio nei confronti di diverse categorie», ha ribattuto però la senatrice del Pd Sandra Zampa, vicepresidente della delegazione italiana al Consiglio d’Europa. "Se davvero il governo è interessato a promuovere stato di diritto, dignità della persona e rispetto dei diritti umani, accolga la richiesta d’istituire un’autorità indipendente sul tema del razzismo come suggerisce la Commissione», ha detto ancora. «Sarebbe un segnale importante e significativo che renderebbe migliore l’Italia».

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