Lancette indietro di un’ora nella notte fra sabato e domenica. Torna infatti l’ora solare, che ci accompagnerà fino al 30 marzo 2025. Gli italiani godranno (almeno per un giorno) di un’ora in più di sonno, pagando lo scotto di vivere giornate con un’ora in meno di sole la sera. Termina così dopo 7 mesi l’ora legale, la variazione convenzionale dell’orario astronomico. Con l’uso dell’ora legale si determina che, per un dato territorio, l’ora ufficiale dello stato venga calcolata in anticipo rispetto all’ora solare (naturale). Le ragioni sono due: da un lato questa misura consente risparmi energetici, poichè centrando una parte rilevante delle attività durante le ore di luce solare si riduce il ricorso all’illuminazione artificiale; dall’altro i cittadini possono beneficiare di un maggior numero di ore di luce solare. Nella storia del nostro Paese la prima adozione dell’ora legale - nata da un’intuizione di Benjamin Franklin - è datata 1916, quando fu limitata al solo periodo estivo. Fino al 1920, l’inizio fu anticipato a marzo ma per i successivi venti anni non se ne parlò più. L’ora legale tornò in auge solo nel 1940, in pieno periodo bellico, e proseguì durante la 'ricostruzionè fino al 1948: è proprio in quell'anno che lo spostamento delle lancette fu il più anticipato della storia, al 29 febbraio. Per i diciotto anni successivi l’ora solare tornò a dominare per tutti e dodici i mesi dell’anno mentre l’adozione definitiva di quella legale si ebbe nel '66, dal 22 maggio al 24 settembre. Si continuò, con inizio dell’orario estivo nella tarda primavera, fino al 1979: nel 1980 lo spostamento delle lancette fu anticipato al 6 aprile, ma dal 1981 in poi la domenica di riferimento per l’inizio dell’orario 'estivò è sempre stata l’ultima di marzo e quella per il ritorno della 'solarita» l’ultima di ottobre. Dibattito sempre acceso e controverso, soprattutto a ridosso dell’ora x, quando scatta l'ora solare a fine ottobre e quella legale a fine marzo. Lancette un’ora indietro in un caso e avanti nell’altro che influiscono sul sonno ma significano anche risparmi in termini energetici. E in Europa come in Italia, si alza la voce di chi vuole abolire questa staffetta. Contro l’ora legale oltre 100 eurodeputati provenienti da ogni schieramento politico. «Fa male alla salute», scrivono in una lettera promossa dal popolare irlandese Seán Kelly e indirizzata alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. «Diversi studi hanno dimostrato che il cambio dell’ora può avere un impatto negativo sui modelli di sonno, aumentare il rischio di infarti e ictus e portare a un picco di incidenti stradali. Inoltre, i vantaggi in termini di risparmio energetico che un tempo giustificavano la pratica sono notevolmente diminuiti nei tempi moderni e, di fatto, il cambiamento potrebbe persino comportare un aumento del consumo di energia durante i mesi invernali», spiega la lettera che vede tra i firmatari il forzista Salvatore de Meo. Questo mentre in Italia in 350mila, affermano la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e Consumerismo No Profit, hanno firmato la petizione online lanciata su Change.org per chiedere che l’ora legale sia permanente. «Il mancato rispetto dei ritmi naturali ha effetti sulla pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. Altri studi hanno poi certificato per esempio che nei periodi di ora legale è stata registrata una diminuzione fino al 13% degli incidenti a danno di pedoni connessa all’aumento della visibilità lungo le strade nelle ore serali». In termini di risparmio energetico, rileva Terna, nei sette mesi di ora legale quest’anno il sistema elettrico italiano ha beneficiato di minori consumi di energia per 340 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 130 mila famiglie per un risparmio economico di oltre 75 milioni di euro e 160mila tonnellate di Co2 evitate. Dal 2004 il risparmio per i cittadini è stato di 2,2 miliardi di euro. Sulla salute, si legge nelle Faq dei medici della Fnomceo, analizzati soprattutto i cicli del sonno. Alcuni studi mettono in evidenza che le persone dormono significativamente di più nel breve periodo quando guadagnano un’ora dopo il ritorno all’ora solare. Inoltre i ricoveri ospedalieri diminuiscono drasticamente per quattro giorni: ad esempio, quelli per malattie cardiovascolari scendono di dieci unità per milione di abitanti. Di contro, secondo l’Università dell’Alabama, nei giorni successivi all’introduzione dell’ora legale (soprattutto il lunedì) si verifica un aumento del 10% del rischio di avere un infarto, con più pericolo per le persone che già soffrivano di malattie cardiache. E questo potrebbe dipendere dalla mancanza di sonno, dall’orologio circadiano del corpo e dalle risposte immunitarie. Non si può escludere anche il fatto che le persone trascorrano più tempo all’aria aperta e quelle a rischio possono subire maggiori conseguenze. Ecco dunque alcuni semplici accorgimenti: mantenere una routine sonno-veglia, anche nei fine settimana; pasti leggeri la sera; evitare l’utilizzo di dispositivi elettronici almeno un’ora prima di dormire.