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Sardegna in ginocchio per il maltempo. E c'è un disperso sul monte Arcosu

Sono ancora in corso nel Sud Sardegna le ricerche di un giovane disperso nell’area di Monte Arcosu, dove nella notte era stato sorpreso dalle forti piogge assieme ad altre sette persone, riuscite, invece, a mettersi in salvo. Venticinque tecnici del Soccorso alpino provenienti dalle stazioni di Cagliari, Iglesias e Medio Campidano lo cercano nel territorio di Siliqua. L’uomo faceva parte di un gruppo di otto persone che percorrevano in fuoristrada una strada nella riserva naturale di Monte Arcosu. La sua auto è stata trascinata dall’acqua. Il resto del gruppo è stato soccorso questa mattina, nel rifugio che era riuscito a raggiungere, dall’elicottero dei vigili del fuoco, tuttora impegnato nelle ricerche del disperso, insieme a uno della guardia di finanza. Le operazioni - segnala il Soccorso alpino - sono complicate dall’assenza di viabilità, cancellata dall’acqua, e dalla presenza dei detriti.

«La pioggia di più di 6 mesi concentrata in poche ore non è certamente la normalità ma un evento eccezionale ed estremo». Il meteorologo Matteo Tidili, sulla sua pagina Fb, non considera le violente precipitazioni della notte scorsa nel Sud Sardegna e nell’Oristanese «il classico temporale autunnale», tutt'altro.
"Quello accaduto nella notte è un flash flood in piena regola o alluvione lampo dovuta a un sistema temporalesco che è rimasto stazionario sulle medesime zone per diverse ore autorigenerandosi e scaricando precipitazioni torrenziali e accumuli fino a 300 mm». «Ignorare il cambiamento climatico e l’intensificazione degli eventi meteorologici, puntando il dito sempre e solo sul tombino e sulle manutenzioni», avverte Tidili, «significa trascurare una realtà che ormai ha conseguenze evidenti. Le ondate di calore, le alluvioni e le tempeste estreme sono sempre più frequenti e intense, influenzando la nostra vita quotidiana, l’economia e gli ecosistemi. Continuare a non riconoscere questa realtà non solo rallenta le azioni di mitigazione, ma ci rende più vulnerabili, impedendoci di adottare strategie efficaci di adattamento. Comprendere e accettare questi cambiamenti è il primo passo per affrontare e ridurre i loro impatti futuri».

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