Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Sfruttamento nei supermercati del Catanzarese, 4 euro per 50 ore a settimana: 5 misure. Sequestro da 27mln

Condizioni degradanti per i 60 dipendenti di sei aziende costretti a rinunciare a riposi e ferie, a restituire una parte dei compensi ricevuti in busta paga e a mentire nel caso di infortuni

Misure cautelari nei confronti di 5 soggetti. A loro carico gravi indizi in ordine ai delitti di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, alle estorsioni e ai reati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

A dare esecuzione all'ordinanza del Gip di Catanzaro, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza su richiesta della locale Procura.

Le misure

In carcere il titolare delle aziende in questione Paolo Paoletti; nei confronti del consulente del lavoro e di una responsabile amministrativa Anna Valentino e Maria Teresa Panariello di Avellino gli arresti domiciliari; per due responsabili dei punti vendita Antonio Citriniti e Paolo Giordano entrambi di Catanzaro la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Contestualmente si è proceduto al sequestro di due società di capitali che gestivano le attività commerciali per un valore di 27 milioni di euro, con affidamento della loro gestione ad amministratori giudiziari nominati con lo stesso provvedimento.

I provvedimenti cautelari scaturiscono dall’attività di indagine svolta dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Catanzaro, che ha riguardato le condizioni di impiego dei lavoratori di cinque supermercati di Montepaone, Soverato e Chiaravalle Centrale, in provincia di Catanzaro.

L'attività investigativa (che si è articolata in attività di intercettazione e di perquisizioni) ha consentito di delineare la gravità indiziaria circa la sussistenza di un’associazione per delinquere e di plurimi episodi di sfruttamento del lavoro, estorsivi e di falsità ideologica del privato in atto pubblico.

Componenti dell’associazione a delinquere, sotto le direttive del titolare delle imprese ed approfittando della condizione di necessità e vulnerabilità derivanti da precarietà economica, avevano imposto condizioni degradanti e pericolose sul luogo di lavoro ad oltre 60 dipendenti: violando sistematicamente la normativa sull’orario di lavoro; corrispondendo una retribuzione palesemente inadeguata o comunque insufficiente rispetto alla quantità e qualità dell'attività svolta (4,00 euro all’ora, a fronte di una prestazione di attività lavorativa di oltre 50 ore a settimana) o sottraendo parte della retribuzione (con restituzione in contanti); limitando il godimento dei giorni di riposo settimanale e delle ferie annuali, garantiti dalla legge, con fruizione di sole due settimane di ferie all’anno; costringendo i lavoratori ad operare in ambienti che non rispettavano le norme di sicurezza ed a falsificare la natura dell’infortunio, non dichiarando gli infortuni sul lavoro come tali, ma indicandoli come incidente domestico, impedendo così di ottenere le necessarie tutele previdenziali e risarcitorie previste dalla legge.

Il consulente del lavoro e la responsabile amministrativa, che coadiuvavano attivamente l’imprenditore, avevano il compito, rispettivamente, di redigere contratti di lavoro apparentemente part-time e false buste paga non riportanti le reali ore lavorate e di occuparsi della gestione contabile delle attività, collaborando nella redazione dei contratti di lavoro. I responsabili dei punti vendita erano delegati al controllo dei dipendenti, cui richiedevano l’effettuazione di turni massacranti negando la possibilità di usufruire di parte delle ferie cui avevano diritto e, in occasione della verifica di infortuni sul lavoro, accompagnavano i lavoratori in ospedale per costringerli a rendere dichiarazioni false in merito alla dinamica dell’incidente.

La Cgil: “Avevamo già denunciato lo sfruttamento in quei supermercati. Ora verso la costituzione di parte civile”

"Sfruttare i lavoratori per profitto personale è una delle peggiori violazioni dei diritti umani. Quando i titolari di attività decidono di ignorare contratti e normative calpestano la Costituzione e la dignità di chi lavora per vivere. La recente operazione della Guardia di Finanza, che ha portato al sequestro di supermercati appartenenti a un noto brand nazionale come Conad con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, alle estorsioni e ai reati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, conferma quanto da tempo denunciamo: in Calabria, tra l’indifferenza di una parte della classe imprenditoriale, si moltiplicano episodi di sfruttamento". Lo hanno affermato, in una nota, il Segretario Generale Filcams Cgil Calabria, Giuseppe Valentino, e il  Segretario Generale Cgil Calabria, Gianfranco Trotta, che ringraziano "la Guardia di Finanza per il lavoro prezioso che, ancora una volta, ha smascherato situazioni di estremo sfruttamento e disumanità. Questa vicenda conferma una gestione che, già più volte, ha visto Conad in Calabria al centro di gravi violazioni di etica e legalità, passando dalla mancata applicazione dei contratti collettivi allo sfruttamento nelle cooperative di distribuzione, fino agli episodi odierni".

"La Filcams CGIL Calabria - hanno proseguito i sindacalisti - continuerà a vigilare e ha già presentato numerose denunce agli organi ispettivi. Invitiamo quindi i lavoratori e le lavoratrici a farsi assistere in questa delicatissima situazione e siamo pronti a richiedere un incontro con i commissari straordinari che verranno nominati perché sarà anche compito loro ristabilire condizioni di legalità e garantire ai dipendenti il rispetto dei propri diritti. Auspichiamo che le associazioni datoriali siano responsabili nel rapporto con i loro associati, specie quando si verificano situazioni del genere. Crediamo che i grandi marchi abbiano il dovere di monitorare chi rappresenta la loro immagine a livello locale, e di assumersi la responsabilità sociale ed etica verso i lavoratori. Il loro patrimonio economico e sociale deve essere a messo a disposizione per sanare le gravi violazioni ai danni di chi ha lavorato".

Per queste ragioni, "Filcams CGIL Calabria, insieme alla CGIL, ha dato mandato ai propri legali - hanno concluso Valentino e Trotta - di valutare la costituzione di parte civile a tutela degli iscritti e della libertà sindacale, che in aziende simili è spesso osteggiata".

Occhiuto: chi vuole arricchirsi sfruttando i lavoratori è nemico della Calabria

“Esprimo le mie congratulazioni e sincera gratitudine alla Guardia di Finanza di Catanzaro per l’importante operazione, coordinata dalla Procura, che ha portato al sequestro di due società e all’applicazione di misure cautelari per reati contro lo sfruttamento di decine di lavoratori. Un’inchiesta che ha messo in luce un quadro desolante in cui le vittime sarebbero state private dei più elementari diritti, percependo stipendi da fame a fronte di turni massacranti. La nostra è una Regione che vuole sempre più creare lavoro e opportunità. Viviamo un momento storico nel quale stiamo mettendo in campo con grande determinazione ingenti risorse e nuove politiche di attrazione degli investimenti per consentire ai nostri territori di crescere e di svilupparsi. Ma chi, tra mille difficoltà, decidere di fare impresa deve offrire un lavoro dignitoso e retribuito in modo equo. Chi vuole arricchirsi non rispettando le regole ma sfruttando i lavoratori è nemico della Calabria”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia