Finisce in ospedale per un dolore insopportabile e per un allarmante aumento di volume dell’addome. Lì i medici, grazie agli esami radiologici, scoprono la presenza di una massa anomala nella zona pelvica, ma solo durante l’intervento chirurgico ci si rende conto dell’eccezionalità del caso: era un tumore di quasi 30 chili, subito rimosso.
Protagonista della vicenda, avvenuta all’ospedale 'SS Annunziata' di Chieti, è una donna di 75 anni di origini straniere e residente in provincia. «Dire che si è trattato di un caso eccezionale è perfino riduttivo: un volume così non si era mai visto», afferma il ginecologo Alessandro Lucidi, che insieme alla sua équipe ha eseguito l’intervento. La donna non si spiegava l’aumento esagerato delle dimensioni dell’addome, finché, in preda a dolori lancinanti, ha raggiunto il Pronto soccorso. Accertata l’origine del problema, è stato subito pianificato l’intervento chirurgico. Il volume e il peso della massa tumorale, però, sono stati evidenti solo sul tavolo operatorio, quando il ginecologo e la sua équipe si sono trovati davanti l’enorme neoformazione. «Siamo stati costretti a seguire l’approccio chirurgico tradizionale, a cielo aperto, mentre abitualmente in oncologia utilizziamo la tecnica mini invasiva con il robot 'da Vincì - spiega Lucidi - E anche la difficoltà dell’intervento è stata determinata dalla grandezza della massa, che limitava i movimenti e rendeva difficoltoso ripristinare l’integrità di vasi e tessuti. Con la massa abbiamo asportato utero e ovaie, oltre ai campioni istologici necessari per la stadiazione del tumore. La paziente sta bene e resterà ricoverata ancora qualche giorno, vista la portata dell’intervento subito. Spetterà ora ai patologi identificare il tipo di neoplasia al fine di stabilire il percorso successivo». Si tratta, dunque, di un caso straordinario per la Clinica ostetrico ginecologica del 'Ss Annunziatà di Chieti, che negli ultimi anni ha investito molto sulla chirurgia oncologica, strutturando una presa in carico vera delle donne colpite da neoplasia dell’utero che sempre più numerose scelgono di affidarsi alle cure dell’équipe diretta da Marco Liberati. Quest’anno, ricorda la Asl, sono state 53 quelle sottoposte a intervento con il robot 'Da Vinci Xì, approccio che rappresenta la nuova frontiera della chirurgia mini invasiva. Il tumore dell’endometrio, in particolare, è tra i più diffusi nelle donne, subito dopo quello al seno e al polmone. L’impostazione multidisciplinare ha permesso alla struttura di acquisire tutti gli indicatori richiesti dalla società europea di Ginecologia Oncologica (Esgo) per il conferimento della certificazione quale Centro di riferimento per la chirurgia del carcinoma endometriale.
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