Ci risiamo, con la puntualità di sempre, come ogni anno a partire da novembre, come la rima di una canzone che quando il Natale si avvicina diventa tormentone. Ma tant’è: con la dovuta premessa, sottolineando subito che il ritornello è suscettibile di cambiamenti dall’oggi al domani, fluttuante come sono i prezzi di qualsiasi viaggio più di un mese e mezzo prima della partenza, torna il caro-voli natalizio sugli aerei che servono l’Isola nelle rotte nazionali, con picchi che in alcune tratte sfiorano già i 600 euro in andata e ritorno, senza bagagli in stiva e senza posto prenotato.
Qualche esempio? Evitando di citare le compagnie di riferimento per avvantaggiare uno o l’altro vettore, e simulando una permanenza in Sicilia dal 21 dicembre fino al 6 gennaio, con volo da Bologna a Palermo e viceversa il costo dei biglietti per un passeggero, con solo zaino o borsa a seguito e rigorosamente in classe economy, va da un minimo di 408 a un massimo di 575 euro, tralasciano i voli quasi impossibili, ossia la levataccia prima dell’alba per imbarcarsi. Sull’asse Milano-Palermo, nelle stesse date e con le stesse modalità di viaggio, la forchetta varia invece da 416 a 579 euro, mentre sulla Milano-Catania l’intervallo sale a 520-586 euro. Non va molto meglio per un andata-ritorno Torino-Palermo o Torino-Catania, con prezzi che si spostano, rispettivamente, da 419 a 523 e da 470 a 527 euro. Stessa musica sui voli che da Venezia portano all’Isola, con biglietti a partire da 416 euro.
Le conseguenze? Per le tasche dei residenti in Sicilia i contraccolpi sono parati dal bonus istituito l’anno scorso dalla Regione, con rimborso del 25% sui ticket delle linee italiane, che, prima di Natale, dovrebbe salire al 30% grazie a un surplus di 7,2 milioni euro aggiunto nell’ultima manovra varata dalla giunta Schifani e da approvare all’Ars, mentre dall’assessorato regionale alle Infrastrutture fanno sapere che per gli assegni relativi allo sconto – finora chiesto da 500 mila siciliani – è stato liquidato anche il mese di settembre. Resta, però, il rischio di ricadute sui turisti, dunque sulle imprese. Lo sa bene il presidente di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, perché «il caro-voli fa sì che sia sempre più proibitivo raggiungere l’Isola durante il periodo delle festività natalizie.
I prezzi alti, che sulla base delle nostre proiezioni fanno registrare incrementi tra il 12 e il 20% rispetto all’anno scorso, rappresentano una barriera che può minare alla base le ambizioni di rilancio di un comparto destinato, così, ad accontentarsi, per questo periodo, solo del turismo mordi e fuggi. Ancora una volta ci confrontiamo con le dinamiche di un settore che non riesce a dare un seguito alle incoraggianti performance estive a causa della scelta, più o meno voluta, di penalizzare le ambizioni del turista di fascia medio, medio-alta. Perché non adottare, piuttosto, politiche incentivanti»?
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente nazionale di Assoturismo e regionale di Confesercenti, Vittorio Messina, perché «sul caro-voli è sempre la stessa storia, ogni anno non finiamo mai di meravigliarci per poi l’anno successivo fare lo stesso. Sul tema occorre una seria programmazione politica che tendi, nel lungo periodo, a calmierare i prezzi. Il resto sono pannicelli caldi». Pochi giorni fa, sulla stessa questione e su queste pagine, il Ceo di Ryanair, Eddie Wilson, aveva rilanciato alla Regione una proposta cavallo di battaglia del vettore irlandese: abolire l’addizionale comunale sui voli in cambio di investimenti da parte della compagnia.
Caricamento commenti
Commenta la notizia