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Cop29, Meloni: «L'Italia è impegnata in prima linea sul nucleare da fusione». Il Papa: il Nord ripaghi al Sud il debito ecologico

epa11717855 A handout photo made available by Italian governement shows Italian Prime Minister Giorgia Meloni speaks during the UN Climate Change Conference COP29 in Baku, Azerbaijan, 13 November 2024. The Azerbaijani capital of Baku hosts the 2024 United Nations Climate Change Conference (COP29) from 11 to 22 November 2024. EPA/FILIPPO ATTILI / CHIGI PALACE PRESS OFFICE /HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

«Come per ogni altra Cop, sta a noi determinarne il successo o il fallimento e sappiamo che potremmo non beneficiare personalmente dei risultati dei nostri sforzi, ma non è questo l’importante». Giorgia Meloni chiude il suo intervento alla Cop29 a Baku tornando a spiegare che il suo punto di vista è quello di «una madre che, come tale, non vede soddisfazione maggiore se non nel lavorare per politiche che rendano possibile a mia figlia e alla sua generazione di vivere in un mondo migliore».
La presidente del Consiglio chiude allora citando William James, psicologo e 'padre' del pragmatismo in filosofia, quando dice 'agisci come se tu potessi fare la differenza, perchè la fa'.
Una citazione che riveste la posizione espressa nel 'cuore' dell’intervento nel corso del quale Meloni rileva tra l’altro che «è una priorità che la decarbonizzazione consideri il nostro modello produttivo e la sostenibilità del nostro sistema sociale», perchè «dobbiamo proteggere la natura e l’uomo» ma «un approccio troppo ideologico e non pragamatico rischia di portarci fuori strada». E, avverte ancora la presidente del Consiglio, «al momento non c'è una singola alternativa ai combustibili fossili».

«Dobbiamo avere una visione globale realistica», ribadisce allora Meloni ricordando che «la popolazione mondiale raggiungerà gli 8,5 miliardi entro il 2030 e il Pil globale raddoppierà nel prossimo decennio», il che «aumenterà il consumo di energia, anche - annota - per il crescente fabbisogno richiesto dallo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale». «Abbiamo bisogno - riprende - di un mix energetico equilibrato per migliorare il processo di transizione. Dobbiamo utilizzare tutte le tecnologie a disposizione, non solo rinnovabili, ma anche gas, biocarburanti, idrogeno, cattura della CO2 e, in futuro, il nucleare da fusione che potrebbe produrre energia pulita, sicura e illimitata».
A questo proposito, la presidente del Consiglio rivendica che «l'Italia è impegnata in prima linea sul nucleare da fusione» e spiega che «nell’ambito della nostra Presidenza del G7 abbiamo organizzato la prima riunione del Gruppo mondiale per l’energia da fusione promosso dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica».
«Intendiamo rilanciare questa tecnologia che potrebbe cambiare la storia in quanto può trasformare l’energia da arma geopolitica a risorsa ampiamente accessibile», osserva ancora Meloni rilanciando anche sul fronte di «una nuova diplomazia energetica, che moltiplichi le occasioni di cooperazione tra Nord e Sud del mondo».
«I nostri destini sono interconnessi, e dalle connessioni energetiche possiamo trarre grandi opportunità, per questo abbiamo voluto che il nesso clima-energia fosse uno dei pilastri del Piano Mattei per l’Africa, la strategia di cooperazione paritaria che l’Italia sta portando avanti, e che sono molto felice la Presidenza azera della COP29 abbia valorizzato nell’ambito dell’iniziativa 'Climate for Peacè», dice ancora

Il messaggio di Papa Francesco

«Quando si parla di finanza per il clima, è importante ricordare che debito ecologico e debito estero sono due facce della stessa medaglia, che ipoteca il futuro». Lo dice il Papa in un messaggio alla Cop 29 pronunciato dal Segretario di Stato vaticano, il card. Pietro Parolin, presente a Baku. Parolin ha ricordato l’appello che Papa Francesco ha fatto in vista del Giubileo 2025, chiedendo alle nazioni più ricche «di riconoscere la gravità di tante loro decisioni passate e di decidere di perdonare i debiti dei Paesi che non saranno mai in grado di ripagarli». Per Papa Francesco «più che una questione di generosità, questa è una questione di giustizia. Oggi è resa ancora più grave da una nuova forma di ingiustizia che riconosciamo sempre di più, ovvero che esiste un vero 'debito ecologico', in particolare tra il Nord e il Sud del mondo, connesso a squilibri commerciali con effetti sull'ambiente e all’uso sproporzionato delle risorse naturali da parte di alcuni Paesi per lunghi periodi di tempo».

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