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Rifiuti e Tari, Messina esce dalla lista delle dieci città più care: Catania prima in Italia

In dettaglio, Catania risulta il capoluogo di provincia in cui si paga di più: 594 euro annui, senza variazioni sul 2023

Cresce il caro rifiuti con una spesa media che quest’anno ha toccato una media di 329 euro, il 2,6% in più dell’anno precedente con punte che sfiorano i 600 euro in alcune città del Sud ed il minimo sotto i 200 in diversi centri del Nord. Cresce però anche il tasso di raccolta differenziata che in media ha superato il 65%, anche in questo caso però con una situazione molto variegata da città a città.
È la fotografia scattata dal rapporto 2024 dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che ha interessato la Tari applicata dai capoluoghi di provincia italiani nel 2024 e preso come riferimento una famiglia di 3 persone in una casa di proprietà di 100 metri quadrati.
In dettaglio, Catania risulta il capoluogo di provincia in cui si paga di più: 594 euro annui, senza variazioni sul 2023; Trento invece è quello in cui si paga meno: 183 euro, di poco inferiore rispetto al 2023. Dalla top ten dei capoluoghi più costosi escono Benevento, Latina, Messina e Salerno; entrano invece Andria, Cagliari, Pistoia e Trapani. Dalla top ten dei meno cari, esce Bolzano ed entra Siena. Al Sud di fatto si spende di più e si differenzia meno. Il Trentino Alto Adige è la regione più economica (203 euro), mentre la Puglia è la più costosa: la tariffa media è di 426,50 euro con un aumento di oltre il 4% rispetto all’anno precedente. Nel 2024 il rapporto ha riscontrato variazioni in aumento in 84 capoluoghi sui 110 esaminati; variazioni in diminuzione in 20.
A livello regionale, spiccano in positivo, oltre al Trentino Alto Adige che si caratterizza per la spesa più bassa e un’elevata percentuale di raccolta differenziata, anche Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Marche.
«I dati del nostro rapporto evidenziano le criticità principali del sistema di gestione dei rifiuti, come la carenza di un’adeguata rete di impianti di raccolta e trattamento, il persistente ricorso allo smaltimento in discarica e i poco soddisfacenti livelli di differenziazione dei rifiuti e recupero delle risorse», spiega Tiziana Toto, Responsabile nazionale delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva.

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