La tragica esplosione di Ercolano, la "fabbrica" era stata appena aperta: le tre vittime al "primo giorno di lavoro"
Prima un forte boato avvertito in diversi comuni alle falde del Vesuvio. Poi una colonna di fumo visibile anche a distanza. E dopo pochi minuti le sirene delle ambulanze a squarciare la quiete di un’area agricola a cavallo tra Ercolano e San Giorgio a Cremano. Ad andare in fumo un deposito abusivo messo in piedi per confezionare fuochi d’artificio in vista delle feste di Capodanno. Il bilancio finale parla di tre morti, tutti giovani: si tratterebbe - ma le condizioni dei corpi non consentono per ora l’identificazione ufficiale - di un ragazzo di 18 anni e di due gemelle di 26. L’esplosione in via Patacca a Ercolano, una zona isolata di confine, tra aree verdi votate all’agricoltura. Sul posto arrivano i carabinieri della tenenza di Ercolano, le prime ambulanze e i vigili del fuoco. Ben presto si scopre che le vittime non erano dei professionisti ma giovani arruolati per l'occasione, quasi sicuramente alle prime armi, per confezionare fuochi d’artificio in una casa deposito allestita per l'occasione lo scorso fine settimana. Oggi era il loro primo giorno di lavoro, ma dopo la pausa pranzo qualcosa deve essere andato storto, probabilmente a causa dell’ingente quantità di fuochi stoccati in quell'ambiente. «Ci hanno chiamato i carabinieri - ricostruisce la signora Anna Campagna, parente di una delle vittime - dicendoci che era scoppiata la fabbrica di fuochi d’artificio dove si trovavano mio genero e le due ragazze che non conoscevo. Ci hanno avvisato i carabinieri. Mio genero mi aveva chiamato alle 13 dicendomi che stava mangiando un panino con le due ragazze e che non c'erano altre persone con loro. Era il primo giorno di lavoro per tutti e tre. Da quello che abbiamo capito - aggiunge la donna - la fabbrica è stata aperta tra venerdì e domenica e oggi era il primo giorno effettivo di lavoro. Non so chi la gestisca, so solo che stamattina sono andati a prenderlo all’esterno di un bar per accompagnarlo al lavoro». A descrivere la scena di distruzione che si è trovato davanti è il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto: «Una scena di devastazione ma anche di grandissimo dolore. Mi riferiscono - tiene a dire ai giornalisti - che lì si confezionassero fuochi d’artificio, ma né al Comune, né alle altre autorità sono mai pervenute richieste di autorizzazione. Quello che mi frantuma il cuore è che dei giovani non possono morire così. Dobbiamo insegnare loro - conclude il primo cittadino - che la via maestra, anche se la più lunga, è quella della legalità e del rispetto delle regole affinché quanto accaduto stasera non accada più».