Venerdì 22 Novembre 2024

Pagati dall'intelligence russa per "mappare" Roma e Milano, due indagati

Avrebbero collaborato con l’intelligence russa «per mappare i sistemi di videosorveglianza di Roma e Milano» dietro il compenso di criptovalute. È l’accusa nei confronti di due cittadini italiani, residenti in Lombardia, formulata dalla Procura di Milano nell’ambito di un’inchiesta condotta dal Ros dei carabinieri.

Promotori di una collaborazione con i servizi russi

I due indagati «con base in alta Lombardia si erano fatti promotori di una collaborazione con i servizi di intelligence russi, al fine di fornire informazioni di natura sensibile», si legge in una nota del Ros. Il pm Eugenio Fusco ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini per il reato di «corruzione del cittadino da parte dello straniero», aggravato dall’art. 270 bis in quanto commesso per finalità di terrorismo ed eversione.

Indagini partite ad aprile 2024

L’indagine, iniziata ad aprile 2024, è stata portata avanti dal Ros di Milano, in collaborazione con la Sezione Criptovalute del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria di Roma. Sarebbe stato accertato «l'adescamento, da parte di soggetti russi, e la successiva corrispondenza sul canale Telegram», tra loro e i due indagati, che, dietro compenso in criptovalute, si prestavano a:

Mappatura dei sistemi di videosorveglianza

Le perquisizioni hanno fatto emergere interessi dell’intelligence russa alla mappatura dei sistemi di videosorveglianza delle città di Milano e Roma, con particolare attenzione alle «zone grigie», ossia quelle aree cittadine non coperte da telecamere.

Il business plan delle dash cam

Gli indagati avevano inoltre proposto a cooperative di taxi di Milano un business plan per installare dash cam gratuite sulle vetture. La gestione dei dati, ignara ai tassisti, sarebbe stata affidata all’intelligence russa, che avrebbe potuto utilizzarli per molteplici finalità.

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