Operazione Nebrodi 2, l'udienza a Messina: otto imprenditori chiedono di costituirsi parte civile
Hanno presentato richiesta di costituzione di parte civile, tutti insieme attraverso la “Lega della Legalità”. Otto imprenditori hanno chiesto di essere tra le parti civili nel corso dell’udienza preliminare per l’operazione “Nebrodi 2”, il seguito della maxi inchiesta sulla mafia dei pascoli e sulle truffe in agricoltura. L’udienza preliminare, che vede coinvolte 59 imputati e 8 imprese, si è aperta ieri mattina a Messina davanti alla gup Monia De Francesco. In aula c’era anche il procuratore di Messina Antonio D’Amato, era insieme al sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Francesco Massara che nel procedimento rappresenta l’accusa. Si è trattato di un’udienza di passaggio che ha riguardato prevalentemente le questioni preliminari, a partire dalle richieste di costituzioni di parte civile da parte di numerose associazioni e fondazioni antiracket, di Comuni, della presidenza della Regione siciliana e di cittadini privati. Tra queste, la richiesta di costituzione di parte civile degli otto titolari di imprese attraverso la “Lega per la Legalità”. Contro alcune costituzioni di parte civile sono state presentate le eccezioni relative alla regolarità delle costituzioni di parte civile da parte di alcuni difensori degli imputati, ma sulle varie richieste la gup De Francesco si è riservata la decisione. Tutto rinviato dunque alla prossima udienza quando deciderà sia sulle richieste di costituzione di parte civile che riguardo alle eccezioni. L’udienza è stata quindi rinviata a dicembre quando probabilmente si formalizzeranno anche le richieste di rito abbreviato che nel frattempo potranno essere depositate. L’operazione “Nebrodi 2”, il secondo capitolo dell’operazione “Nebrodi” che era scattata due anni prima, nel 2020. L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e dai sostituti della Dda Fabrizio Monaco e Francesco Massara, aveva portato all’arresto di 23 persone oltre a 14 misure interdittive e al sequestro di preventivo di 349 titoli Agea definiti “tossici”. Gli accertamenti dei carabinieri del Ros, dei carabinieri per la Tutela Agroalimentare, della Guardia di finanza e della Squadra Mobile avevano portato anche al sequestro di 750.000 euro nei confronti di otto società agricole.