Un vasto deposito di armi, ritenuto essere l’arsenale della Curva Nord interista, è stato scoperto dalla Polizia a Cambiago, nel Milanese. L’operazione è scaturita da un’indagine su un ultrà vicino ad Andrea Beretta, l’ex capo della tifoseria nerazzurra attualmente detenuto per l’omicidio di Antonio Bellocco, altro leader della Curva. Nel capannone sono stati sequestrati pistole, kalashnikov, bombe a mano e una grande quantità di munizioni.
Il legame con l'inchiesta "Doppia Curva"
Secondo quanto riferito, gli investigatori della Squadra Mobile di Milano sono giunti al deposito seguendo una pista legata a una proprietà immobiliare di Beretta, formalmente intestata a un’altra persona, un ultrà suo stretto collaboratore. L'arrestato è Cristian Ferrario, 50 anni, già noto alle forze dell’ordine e legato al negozio della Curva Nord “We Are Milano”.
Indagini e arresti
Ferrario, usufruttuario del magazzino, era già destinatario di un’ordinanza cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari, Domenico Santoro, su richiesta della DDA milanese nell’ambito dell’inchiesta “Doppia Curva”. Quest’ultima aveva già smantellato i vertici delle tifoserie organizzate di Inter e Milan. La perquisizione del capannone è iniziata venerdì pomeriggio e si è conclusa all’alba, con il rinvenimento di un arsenale comprendente anche armi da guerra. La proprietà del deposito e di un appartamento annesso sarebbe riconducibile a una società legata ai vertici della Curva Nord.
Le ammissioni di Ferrario
Nell’ordinanza del 7 ottobre, che aveva revocato i domiciliari di Ferrario, il gip Santoro ha evidenziato come l’ultrà, assistito dall’avvocato Mirko Perlino, abbia ammesso i fatti contestati, tra cui i legami con i co-indagati, incluso Bellocco. Tuttavia, il giudice ha riconosciuto in Ferrario un “percorso di consapevolezza” e una “rivisitazione del ruolo nel disegno criminoso” che lo lega alla struttura organizzata della Curva Nord.
La scoperta di questo arsenale aggiunge un nuovo capitolo all’inchiesta sulla criminalità legata al mondo degli ultras, rivelando una rete sempre più intricata di connessioni e traffici illegali.
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