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Nel mondo viene uccisa una donna ogni 10 minuti. In Italia aumentano dell'8% le violenze sessuali

Nei primi sei mesi del 2024 c'è stata una crescita del 6% degli atti persecutori, reato che colpisce le donne nel 74% dei casi e del 15% dei maltrattamenti contro familiari e conviventi che interessano le donne nell’81% dei casi

Almeno 85.000 donne e ragazze sono state uccise intenzionalmente in tutto il mondo nel 2023, la maggior parte da parenti, secondo i dati pubblicati dalle Nazioni Unite, «un livello allarmante» per omicidi che potrebbero essere comunque «evitabili».

«La casa resta il luogo più pericoloso» per le donne, il 60% di loro sono vittime «del coniuge o di altri membri della famiglia», rileva il rapporto dell’Ufficio di Vienna delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) e l’organizzazione newyorkese UN Women.

Sono 140 ogni giorno o una ogni 10 minuti. Un fenomeno «che oltrepassa i confini e colpisce tutte le categorie sociali e tutte le fasce d’età», con Caraibi, America Centrale e Africa le regioni più colpite, prima dell’Asia. Nel continente americano e in Europa i femminicidi vengono perpetrati soprattutto dal partner, mentre nel resto del mondo sono i familiari a essere più spesso coinvolti. Secondo i dati disponibili in alcuni paesi, tra cui la Francia, molte vittime hanno denunciato violenze fisiche, sessuali o psicologiche prima della morte.

«Ciò suggerisce che molti omicidi avrebbero potuto essere evitati», sottolinea lo studio, ad esempio mediante «misure ingiuntive giudiziarie». Nelle regioni in cui è possibile stabilire una tendenza, il tasso di femminicidi è rimasto stabile o è diminuito solo leggermente dal 2010, a dimostrazione che questa forma di violenza «è radicata nelle pratiche e nelle norme» ed è difficile da sradicare, rileva l’Unodc che ha analizzato la situazione dati raccolti in 107 paesi. Nonostante gli sforzi intrapresi in diversi Paesi, «i femminicidi restano a un livello allarmante», notano gli autori. Ma «questo non è inevitabile», secondo la direttrice di UN Women, Sima Bahous, citata in un comunicato stampa, che invita i paesi a rafforzare l’arsenale legislativo e a raccogliere meglio i dati.

Anche in Italia sono in aumento i casi di stalking, maltrattamenti in famiglia e violenze sessuali. E' quanto emerge da un report del Servizio analisi criminale della Direzione centrale polizia criminale diffuso in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne.

Nei primi sei mesi del 2024 c'è stata una crescita del 6% degli atti persecutori (reato che colpisce le donne nel 74% dei casi) e del 15% dei maltrattamenti contro familiari e conviventi (che interessano le donne nell’81% dei casi). Salgono anche le violenze sessuali, con un incremento dell’8%. Vittime nel 91% dei casi sono donne, di cui il 28% minorenni e il 77% italiane.

I reati con vittime donne in Italia sono «in costante aumento» rispetto agli anni passati. E’ quanto emerge dal documento di analisi «Il Punto - Il pregiudizio e la violenza contro le donne», realizzato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale polizia criminale, ufficio interforze del Dipartimento della pubblica sicurezza, e diffuso in coincidenza della «Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne».

Codice rosso

L’incremento interessa anche i reati introdotti dal cosiddetto 'Codice rossò: sempre nei primi sei mesi di quest’anno, i casi di costrizione o induzione al matrimonio aumentano del 67% (pochi in termini assoluti, da 9 a 15, ma il 91% riguarda donne, il 60% delle quali minorenni) mentre gli episodi di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso scendono da 44 a 43 (-2%), con una percentuale di vittime donne che però si impenna dal 13 al 26%. Sensibile (+22%) la crescita dei reati di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (cosiddetto 'revenge porn'): dai 620 casi del primo semestre 2023 si passa ai 755 del primo semestre di quest’anno, con una forte preponderanza delle vittime donne che raggiungono il 68%. Le violazioni dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, infine, da gennaio a giugno 2024 aumentano del 38%, passando dai 1.170 del primo semestre dell’anno scorso a 1.610: l’incidenza delle vittime di genere femminile mostra, in entrambi i periodi in esame, valori superiori all’80%.

I reati spia

Un primo, significativo indicatore, è quello rappresentato dai cosiddetti 'reati spià: nei primi sei mesi del 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, gli atti persecutori sono cresciuti del 6%, i maltrattamenti contro familiari e conviventi del 15% e le violenze sessuali dell’8%. In particolare, da gennaio a giugno di quest’anno i reati di 'stalking' sono stati 9.914 a fronte dei 9.359 dell’analogo intervallo temporale del 2023: tre vittime su 4 (il 74%) sono donne, il 95% maggiorenni. I maltrattamenti contro familiari e conviventi passano dagli 11.808 casi del primo semestre 2023 ai 13.541 di quest’anno, mentre l’incidenza delle vittime di genere femminile resta costante (81%) in entrambi i periodi. Trend in crescita, come detto, anche per le violenze sessuali: erano state 2.991 nei primi sei mesi del 2023, sono 3.229 nei primi sei mesi del 2024: le vittime donne - il 91% - raggiungono l’incidenza più elevata nell’ambito dei 'reati spià, e nel 28% degli episodi registrati quest’anno sono minorenni. Nel complesso, la larga parte delle donne vittime dei 'reati spià hanno tra 31 e 44 anni (34% quest’anno) e tra 18 e 30 anni (21%). La percentuale di vittime minorenni è del 9%.

Gli autori

Quanto agli autori, in entrambi i periodi di riferimento la maggior parte dei responsabili ha un’età compresa tra 31 e 44 anni, cui seguono quelli della fascia anagrafica più elevata, tra i 45 e i 54 anni, e quelli tra i 18 e 30 anni; in entrambi i semestri del biennio esaminato gli autori minorenni si attestano al 2%. Con riferimento alla nazionalità, gli stranieri risultano autori del 18% del totale dei reati di stalking e del 29% dei maltrattamenti contro familiari e conviventi; nel caso delle violenze sessuali l’'incidenza degli autori stranieri si attesta al 44%.

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