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Estradata in Italia Maka Katibashvili, la 43enne georgiana super ricercata era tra i 100 latitanti più pericolosi

La donna, ritenuta affiliata all’organizzazione criminale di stampo mafioso 'Thieves in law', deve scontare in Italia 21 di carcere quale basista nell’omicidio di un connazionale assassinato a Bari nel dicembre 2012

Si è conclusa con l’arresto all’aeroporto di Fiumicino la lunga latitanza di una 43enne georgiana ricercata a livello internazionale con 'Red Notice Interpol' per omicidio volontario e violazione della legge sulle armi. Maka Katibashvili, nella lista dei 100 latitanti più pericolosi, è stata arrestata ieri dalla Polizia al suo arrivo nello scalo romano dalla Turchia, dove era stata rintracciata.

La donna, ritenuta affiliata all’organizzazione criminale georgiana di stampo mafioso 'Thieves in law', deve scontare in Italia 21 di carcere quale basista nell’omicidio di un connazionale assassinato a Bari nel dicembre 2012, nell’ambito dello scontro tra clan georgiani per il controllo di settori del business legale. Indagini svolte, all’epoca dei fatti, dalla Procura della Repubblica e dalla Squadra Mobile di Bari.

Le attività di rintraccio della latitante all’estero, condotte dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale, hanno portato alla scoperta della nuova identità adottata dalla latitante per sfuggire alla giustizia italiana. Dopo essere fuggita in Georgia, nel 2017 la donna aveva contratto un matrimonio fittizio con un cittadino georgiano, cambiando cognome e ottenendo un nuovo passaporto. Grazie a questa falsa identità, si era trasferita in Turchia, da dove inviava denaro verso la Georgia. Nonostante i numerosi stratagemmi messi in atto, il lavoro investigativo condotto dallo SCIP in stretta collaborazione con la Squadra Mobile di Bari e le forze di polizia turche ha permesso di rintracciarla e assicurarla alla giustizia. Determinante anche il coordinamento con l’Esperto per la Sicurezza italiano in Turchia e il supporto del Ministero della Giustizia italiano nell’ambito delle attività diplomatiche.

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