I medici dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma avrebbero accertato «una polmonite ab ingestis», una complicazione probabilmente dovuta al fatto che Margaret Spada, nonostante dovesse essere sottoposta ad anestesia, aveva mangiato un panino prima dell'intervento.
Dall’analisi del telefono di Margaret, la 22enne di Lentini che il 4 novembre scorso si stava sottoponendo ad un intervento di rinoplastica parziale a Roma ed è deceduta all'ospedale Sant'Eugenio dopo tre giorni di coma, è arrivata la conferma: i medici Marco e Marcoantonio Procopio, indagati per la morte della giovane lentinese, avrebbero confermato a Margaret che la mattina dell'intervento avrebbe potuto mangiare e bere. «Stai tranquilla tesoro, domani puoi mangiare e bere», si legge nella messaggistica su whatsapp che i carabinieri del Nas stanno analizzando sul cellulare. I messaggi tra la giovane e lo studio medico sono del giorno prima dell'intervento a Roma.
Dopo la somministrazione dell'anestesia, Margaret si è sentita male ed è stata trasportata d'urgenza all'ospedale S. Eugenio. «La circostanza mi è stata riferita dai genitori di Margaret che hanno avuto la disponibilità del cellulare della figlia durante i giorni di ricovero della stessa presso la rianimazione del Sant'Eugenio - ha detto l'avvocato Alessandro Vinci, legale della famiglia Spada - e pare essere confermata dalla messaggistica whatsapp intrattenuta da Margaret con l'utenza telefonica riferibile allo studio medico degli indagati».
Inoltre sembra che sulla base della relazione della Asl sul percorso clinico-assistenziale della giovane, la manovra che forse poteva salvargli la vita non fu eseguita correttamente e tempestivamente. La relazione ripercorre i giorni di agonia di Margaret nella Terapia intensiva dell'ospedale Sant'Eugenio, giorni in cui le sue condizioni, già disperate, nonostante l'anamnesi in entrata, vanno via via peggiorando. Fino ad arrivare al decesso.
Margaret Spada mangiò un panino prima di sottoporsi all’intervento di rinoplastica
Nessuno le disse che doveva stare a digiuno. I messaggi con i medici
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