Uccise l’infermiera Rossella Nappini: condannato all’ergastolo Adil Harrati. Riconosciuta l'aggravante della crudeltà
Uccise l’infermiera Rossella Nappini con una serie di coltellate perché non accettava la fine della relazione. Per questo Adil Harrati, 46 anni di origine marocchina, è stato condannato all’ergastolo dai giudici della prima corte di assise di Roma. Il femminicidio avvenne il 4 settembre del 2023 nell’androne di uno stabile nel quartiere Trionfale. All’imputato è stata riconosciuta l’aggravante della crudeltà, ma non quella della premeditazione. La tragica aggressione a Rossella avvenne in pieno giorno. L’uomo, secondo quanto ricostruito dalla Procura della Capitale, aveva instaurato una relazione con la donna, che lavorava all’ospedale San Filippo Neri, per ottenere anche la sua regolarizzazione sul territorio italiano. Nei confronti dell’imputato l’accusa primaria era di omicidio aggravato dalla premeditazione e crudeltà contro una persona «a cui era legato da relazione affettiva cessata». Il rappresentante dell’accusa, nel corso del processo, ha affermato che «l'imputato sperava nel proseguimento della relazione tanto che si era ipotizzato un matrimonio che consentisse la regolarizzazione della sua posizione». Ma la «chiusura della relazione, e dunque la vanificazione dell’intento dell’Harrati - disse ancora il pubblico ministero - è stato uno dei motivi dell’omicidio, un delitto commesso con 56 coltellate». Nel procedimento si sono costituiti parte civile i figli, la mamma e la sorella della vittima e l’associazione «Insieme a Marianna».