«Presidente Meloni, se tutte queste imprese sono qui, se tutto il mondo degli Ncc ha aderito a questo sciopero, da Uber a Limolane a Transfeero hanno spento la propria tecnologia, se questa iniziativa ha avuto il sostegno dei consumatori e della Fiavet, principale organizzazione del turismo in Confcommercio che non sono certo Ncc, è chiaro che il suo governo sta disturbando le imprese».
Così Francesco Artusa, presidente di "Sistema Trasporti", nella grande manifestazione degli Ncc, in corso in tutta Italia, dopo aver fatto riascoltare il discorso di insediamento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Camera. Alcune centinaia di persone stanno manifestando, questa mattina, a Milano. «Nei 22 mesi consecutivi di calo della produzione industriale, in questo momento è l’automotive che la fa da padrona. Bene inserire risorse in finanziaria per difendere questi posti di lavoro, ma ancora meglio non chiudere un settore che conta almeno 35 mila veicoli, ha aggiunto indicando le auto di servizio Ncc parcheggiate lungo tutta via Vittor Pisani a Milano - aggiunge -. Questi decreti sono irricevibili e vanno ritirati prima che ci pensi il Tar. Perchè l’unico soggetto che non viene mai disturbato, soprattutto dal Ministro Salvini è l’abusivismo, libero non solo di crescere e strutturarsi, ma di acquistare altro vantaggio competitivo. E’ un decreto criminogeno perchè costringerà i conducenti ad attaccarsi al telefono per comunicare a Salvini le variazioni di servizio e la lettura del contachilometri. Ma soprattutto, presidente Meloni, il suo governo non solo sta disturbando le nostre imprese, sta disturbando soprattutto i nostri clienti che sono turisti, imprenditori, politici, magistrati, persone comune che il ministro salvini vuole tracciare minuto per minuto. Il più grande dossieraggio mai visto in uno stato democratico».
«L'Ncc italiano deve entrare nell’alveo delle imprese europee. In nessuno stato c'è il foglio di servizio elettronico, in nessuno stato c'è il foglio di servizio. In questo Stato il governo berlusconi ha abrogato le bolle per le merci ormai dieci anni fa. In nessuno stato ci sono ancora le autorizzazioni comunali», aggiunge. Presidente Meloni, «lei non può più nascondersi dietro Salvini o dietro silenzi assordanti. E’ il momento di parlare per dire se vuole un paese dinamico che rispetta le imprese e attira capitali e turisti, oppure se è un paese immobile che ha come priorità quella di accontentare i capricci di una minoranza di tassisti. Se è la seconda si schieri al fianco del suo ministro e usciamo da questa pantomima di un uomo solo al comando che si scrive i decreti da solo. Se è la prima il governo ritiri immediatamente quei decreti che uccidono mobilità e turismo in un colpo solo e si avvii una riforma di una legge che ormai ha 33 anni», conclude.
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