Venerdì 20 Dicembre 2024

Daisy Osakue: "Scambiata per ladra in un negozio solo perché nera". Lo sfogo della campionessa olimpica

«C'era tantissima gente e hanno fermato proprio me, bloccata all’improvviso come se stessi rubando tutto il negozio. Mi dà fastidio, molto fastidio». Torna a parlare di razzismo Daisy Osakue, la discobola atleta della nazionale azzurra, campionessa olimpica, che vive nel Torinese, a Moncalieri, che ha più volte denunciato di essere stata vittima di discriminazioni: alcuni anni fa fu raggiunta da un lancio di uova da un’auto in corsa e riportò una lesione a una cornea. La vicenda emerge attraverso il sito online del quotidiano La Stampa, che riferisce di un post su Instagram, in cui afferma: «Sono stata fermata a Torino in un negozio Apple. Pensavano stessi rubando, perché nera». «C'era una bella giornata, c'era il sole, e mi serviva un adattatore nuovo perché ho comprato un nuovo cellulare - dice Osakue -. All’improvviso mi avvicina un ragazzo - racconta -, ha una pettorina arancione, è uno della sicurezza. E mi dice: Devi pagare prima di andare via». Osakue allora chiede: «In che senso? Sto andando giù, dopo che ho guardato quello che mi serve, pagherò giù». «Sto facendo il mio lavoro, sto facendo solo il mio lavoro» è la risposta che la sportiva riferisce di avere ricevuto dall’uomo. «Siamo seri, guardiamoci in faccia - dice a quel punto l’atleta - hai bloccato me e non altra gente perché?» e apre il portafoglio e mostra il tesserino delle Fiamme Gialle: «Hai bloccato l’unico militare di colore e hai fermato me perché credevi che stessi rubando». È una brutta domenica. Daisy sceglie di tornare a casa a piedi. «Se salgo su un bus e qualcuno mi tocca parto di testa - conclude - Ma è tutta colpa mia, che ho pensato di uscire di casa, sotto Natale, per fare shopping». «Capisco che stava lavorando, la gente ruba e tutto quello che vuoi - conclude l’azzurra -. Ma il "racial profiling" resta "racial profiling" e quando ci sono più persone dimostri che ti basi su preconcetti e non fatti. Sono stati carini i ragazzi di Apple che si sono scusati».

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