Quattro persone, residenti tra Brescia e Palermo, sono state arrestate dalla Polizia per i reati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, rapina aggravata dall’uso delle armi e usura. A una quinta è stato notificato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Nell’ambito dell’indagine condotta dalla Dda di Brescia, la Polizia ha anche eseguito il sequestro di 30.000 euro, considerato provento del reato di usura commesso da un indagato. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Brescia erano state avviate sulla base delle ripetute minacce ricevute da un professionista bresciano, prima telefonicamente e poi attraverso il gesto, evocativo di contesti mafiosi, del lancio di teste di animali all’interno della sua proprietà. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, queste stesse persone si sarebbero proposte per offrire la propria protezione richiedendo il pagamento di somme di denaro per i servizi resi. Obbiettivo delle rapine sarebbero state «vittima facoltose» anche attraverso blitz in strada come nel caso di quello ai danni di una imprenditore al quale sono stati portati via beni per oltre 120mila euro. Uno degli indagati, in relazione a un prestito 15.000 euro, avrebbe preteso la restituzione di una somma superiore ai 35.000 euro, applicando quindi interessi usurari di oltre il 30%. Sono in corso numerose perquisizioni a carico di altri indagati estese anche a Palermo per la ricerca di armi e droga.
Mafia, rapine e usura: quattro arresti tra Palermo e Bergamo
Tutto è iniziato con ripetute minacce a un professionista bresciano, prima telefonicamente e poi attraverso il lancio di teste di animali all’interno della sua proprietà
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