L’ex conduttore radiofonico Andrea Piscina, arrestato a Milano il 13 giugno scorso per produzione di materali pedopornografico e violenza sessuale nei confronti di minori adescati su piattaforme social, è stato condannato a 6 anni di carcere, 3 in meno rispetto alla richiesta della procura.
Si è chiuso così il processo con rito abbreviato, che si è celebrato davanti al gup Roberto Crepaldi, nei confronti del 25enne il quale si sarebbe presentato alle sue giovani vittime con falsi nomi come «Alessia», «Anna» e «Sara» in modo da farli cadere nella sua rete e che in aula, con dichiarazioni spontanee, ha ammesso le violenze.
Il giudice, oltre a concedergli le attenuanti generiche, ha ritenuto di assoverlo da un capo di imputazione relativo a un episodio di istigazione nei confronti di due minorenni invitati a riprendere i compagni negli spogliatoi della polisportiva, dove Piscina era animatore. Richiesta a cui però i due ragazzini si sono opposti.
La motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni, «La nostra vittoria è il fatto che Andrea abbia intrapreso un percorso presso il Cipm, Centro italiano per la promozione della mediazione. La vera vittoria è che abbia riconosciuto il suo disturbo, aver capito che questo è il vero problema», ha spiegato subito dopo la lettura del dispositivo Valentina Di Maro, l’avvocatessa che difende l’imputato, anche stamane in aula. «L'obiettivo - ha aggiunto la legale - è quello di ottenere la guarigione».
A dare il via all’indagine, coordinata dal pm Giovanni Tarzia e condotta dal Nucleo specializzato sui crimini informatici della Polizia locale, è stata una denuncia presentata nell’estate 2023 dalla madre di un adolescente che frequentava la polisportiva. Nella prima fase dell’inchiesta era stata individuata subito una vittima, ma con i successivi accertamenti, sui dispositivi dell’ex speaker, sono state trovate oltre mille immagini riconducibili a bambini e ragazzi di età compresa tra i 9 e i 14 anni.
Immagini che, una volta analizzate dagli iquirenti e dagli investigatori, hanno consentito di identificare altri due minorenni che sarebbero stati adescati. Nel processo, su tre persone offese individuate si sono costituiti come parti civili i familiari di due bambini ai quali è stata offerta una somma come risarcimento. L’ex conduttore, fratello del consigliere comunale milanese della Lega Samuele Piscina (totalmente estraneo alla vicenda), conduceva un programma su Rtl 102.5. L’emittente, dopo aver fatto sapere di avere appreso «con incredulità e sgomento» la notizia dell’arresto, aveva subito deciso «di sospendere in via cautelativa» Piscina.
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