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Ammazza la moglie Emanuela Massicci di botte, i bimbi nell'altra stanza: Massimo Malavolta era già stato arrestato per lesioni

Ha chiamato il padre fingendo che sua moglie aveva avuto un malore e non respirava. Invece l'aveva uccisa qualche attimo prima massacrandola di botte, infierendo su di lei con un coltello, anche se la morte potrebbe essere stata causa diretta di un soffocamento. Tutto mentre i loro due figli, di 5 e 10 anni, erano in un’altra stanza. La provincia di Ascoli Piceno è stata teatro stamani dell’ennesimo femminicidio avvenuto lungo la Provinciale 73 a Ripaberarda, frazione di Castignano, un comune collinare lungo la vallata del Tronto, una zona rinomata per i vini piceni.

La vittima è Emanuela Massicci, 45 anni, una maestra elementare precaria. Ad ucciderla è stato il marito, Massimo Malavolta, 48 anni che dopo aver infierito sulla moglie si è tagliato i polsi ed è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno. «E' sedato, le sue condizioni sono stabili e non è in pericolo di vita» fa sapere l’avvocato difensore, Saveria Tarquini, che domani presenzierà al conferimento dell’incarico per l’autopsia sul corpo di Emanuela Massicci. L’uomo è piantonato dai carabinieri che lo hanno arrestato per omicidio volontario aggravato. Si tratta di un operaio con problemi comportamentali che hanno determinato assunzione di farmaci specifici e anche precedenti penali.

A giugno 2015 era finito agli arresti domiciliari per lesioni aggravate e atti persecutori in danno di un’altra donna, con disabilità; nel gennaio 2016, mentre si trovava ai domiciliari, è stato condannato dal Tribunale di Ascoli a due anni di reclusione; la sentenza è stata poi riformata dalla Corte di Appello di Ancona che ha riqualificato il reato di atti persecutori nella contravvenzione di molestia, con condanna a 6 mesi e 20 giorni di reclusione con pena sospesa. Ad aprire la porta ai soccorritori questa mattina i bambini della coppia, poi affidati ai nonni materni che abitano nella stessa palazzina e gestiscono una trattoria. I vigili del fuoco hanno dovuto sfondare la porta della camera da letto, chiusa dall’interno, trovando la donna morta e il marito sanguinante ai polsi con in mano un coltello. Non risultano denunce da parte della vittima nei confronti del marito; né alcuna segnalazione o intervento da parte delle forze di polizia per liti o violenze in famiglia.

«Non avevamo notizia di problemi particolari all’interno del nucleo familiare, non riesco a capire cosa abbia potuto scatenare la lite e l’omicidio» ha detto il sindaco di Castignano Fabio Polini, garantendo attenzione verso i due bambini, rimasti orfani della madre. Nelle Marche si allunga il conto delle donne uccise, 6 nel 2024, in crescita rispetto a 4 del 2023. Allarmanti anche i dati delle donne marchigiane che nel 2023 si sono rivolte ai Centri antiviolenza: ben 748; 2 al giorno in media e 23 in più rispetto all’anno precedente. Di queste 251, di cui 19 minorenni, sono arrivate al pronto soccorso con una diagnosi di violenza.

Nel 2022 erano 208 ha ricordato la presidente dell’Ordine degli Psicologi delle Marche, Katia Marilungo. «Non si può minimizzare il tutto come un raptus di rabbia», ha chiarito invitando le donne a chiedere aiuto. Ancona la Conferenza delle Donne Democratiche delle Marche, attraverso la portavoce, Luisa Cecarini, sottolinea che «è indispensabile riconoscere che la violenza contro le donne è un fenomeno strutturale che attraversa tutti gli strati sociali, i livelli di istruzione e le fasce d’età». Per la segretaria dem delle Marche, Chantal Bomprezzi, «l'obiettivo è rimuovere gli ostacoli che ancora oggi limitano l’autodeterminazione delle donne come i salari bassi, i part-time involontari, le discriminazioni e le molestie sul lavoro». L’indignazione di Cgil, Cisl e Uil: «servono azioni immediate per cambiare una cultura, le donne non sono proprietà degli uomini».

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