«Danno erariale» e «sleale concorrenza». Non ci sono giri di parole, nella lettera di fuoco che, martedì pomeriggio, il sindaco Federico Basile ha inviato al presidente della Regione Renato Schifani. Non ci sono giri di parole, ma le parole ci sono e sono pesanti, un j’accuse che ha come destinatario ultimo il sub commissario per il risanamento, Marcello Scurria. Uno degli “ex amici” dell’area deluchiana, il padre politico e amministrativo del nuovo corso del risanamento a Messina, a partire da Arismè, ma che oggi talmente dall’altra parte della barricata – Forza Italia – da diventare co-protagonista di quello che si potrebbe definire il grande incidente diplomatico del risanamento.
Ma cos'è successo? Martedì mattina si è svolta l’asta pubblica, al Tribunale di Messina, in cui erano in vendita di una serie di appartamenti (undici lotti già completi più un undicesimo a rustico) collocata in via Bisignano, a Contesse, alloggi figli del fallimento “ex Anfa”. Il 19 novembre scorso il Comune, con una delibera di Giunta, aveva deciso di partecipare all’asta, per acquisire appartamenti da destinare al progetto Pinqua, progetto pilota per il risanamento di aree come Bisconte e rione Taormina che, oltre alla realizzazione di nuove palazzine, prevede appunto l’acquisto di appartamenti da reperire sul mercato. Il problema è che all’asta dell’altroieri non si è presentato solo il Comune: in gara c’erano anche le offerte del commissario di governo per il risanamento di Messina, cioè il governatore Schifani, rappresentato dal sub commissario Scurria, appunto.
Ed è qui che si è innescato l’incidente diplomatico. Come sono andate le cose lo spiega, in una relazione scritta, il dirigente comunale Emiliano Conforto: «Ancor prima di aprire le buste, previo confronto telefonico, si valutava di non procedere ad alcun rialzo, così da evitare un aggravio di costi a danno dell’Ente». L’offerta del Comune consisteva in un ribasso del 25% sul prezzo a base d’asta per ogni singolo lotto, anche in base alla «verifica della congruità dei prezzi» operata dal dipartimento Politiche della casa. Di tenore opposto l’offerta presentata dal commissario di governo: un aumento di 500 euro sull’importo a base d’asta, per ogni lotto. In soldoni, 1,3 milioni di euro contro i 972 mila euro offerti da Palazzo Zanca. Da qui l’inevitabile conclusione: gli appartamenti sono stati assegnati all’ufficio commissariale diretto da Marcello Scurria e non al Comune.
Il sindaco non l’ha presa bene, anzi. E ha preso carta e penna per scrivere a Schifani, sostenendo che quanto accaduto «causerà un danno erariale di 330.225 euro, in palese “sleale concorrenza” con il Comune di Messina», in quanto l’intenzione del Comune di partecipare a quell’asta era nota da tempo (era stato anticipato anche dalla nostra testata). Non solo: «Per come ho avuto già occasione di evidenziarle – ha aggiunto Basile –, il sub commissario Scurria in occasione del suo mandato non ha avuto il garbo di relazionarsi sulle questioni più importanti con il Comune di Messina, né con l’Arisme, soggetto attuatore da lei nominato». Perché è questo il paradosso finale: quelle case finiranno comunque all’agenzia del Comune, Arisme, che è soggetto attuatore dell’ufficio commissariale, ma verranno pagate oltre 300 mila euro in più.
Marcello Scurria, però, non ci sta. E mette alcuni puntini sulle i: «Apprendo adesso che il Comune si è rivolto al presidente della Regione. L’ufficio commissariale da tempo acquista alloggi sul libero mercato e la decisione di partecipare alle aste giudiziarie risale a settembre 2024. L’ufficio ha prima di tutto richiesto documenti al dipartimento urbanistica per avere certezza che gli immobili in questione avessero tutte le autorizzazioni necessarie, dopodiché si dota di una perizia di stima, che è agli atti. Non sapevo che il Comune avrebbe partecipato, abbiamo formulato un’offerta alcuni giorni prima dell’asta, sulla base della perizia protocollata. Abbiamo così comprato 11 appartamenti e un immobile rustico dal quale si potranno ricavare ulteriori 20 appartamenti di piccolo taglio. Con 1,3 milioni, più 1 milione di ristrutturazione, avremo 31 appartamenti nuovi da assegnare. Voglio ricordare che c’è un progetto per la costruzione di 32 alloggi a Fondo Saccà che costa 5 milioni di euro. Ecco perché l’operazione è conveniente. Spiace che il sindaco parli di danno erariale. Forse è bene ricordare – conclude Scurria – che l’ufficio del commissario non è una partecipata del Comune».
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia