Il gip di Roma Giulia Arcieri ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dalla procura sul delitto di via Poma, dove, nell’agosto del 1990, venne uccisa Simonetta Cesaroni. Ad anticipare il provvedimento del giudice è il quotidiano Repubblica.
Il procedimento, con l’ipotesi di reato di omicidio volontario, era stato avviato nel marzo del 2022, dopo un esposto presentato dai familiari della vittima in cui si chiedeva di verificare alcuni alibi di soggetti già coinvolti nelle indagini precedenti. Il giudice, nel respingere la richiesta dei pm di Roma, chiede loro di ascoltare alcuni testimoni, tra cui persone che, all’epoca, si erano occupate delle indagini, e i colleghi e i datori di lavoro della vittima per spiegare ancora una volta le incongruenze su alibi e dichiarazioni rese in passato.
Nell’appartamento in cui fu uccisa Simonetta Cesaroni il 7 agosto 1990 - scrive il quotidiano - , secondo la gip di Roma, c'erano documenti riservati dei servizi segreti. È questa la tesi della magistrata che ha respinto la richiesta di archiviazione della procura capitolina.
Il commento della famiglia Cesaroni
«È un provvedimento di coraggio. Dimostra che finalmente lo Stato è presente su questo caso e non ha dimenticato Simonetta. Significa non dimenticare le tante ragazze uccise e donne massacrate come Simonetta». Lo ha detto Federica Mondani, legale della famiglia Cesaroni, ai microfoni del Tg2, commentando il no del gip di Roma alla richiesta di archiviazione.
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