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Soldi per ottenere alloggi popolari, blitz a Catanzaro con 8 arresti: ci sono il consigliere comunale Costanzo e un ex dirigente dell’Aterp. Indagati due appartenenti alla polizia locale

Tra i reati ipotizzati anche concussione, omissione di atti d’ufficio e invasione di terreni o edifici

Soldi a pubblici ufficiali per ottenere alloggi popolari a Catanzaro. Lo ipotizzano gli agenti della Digos della Questura e dai militari del comando provinciale Carabinieri del capoluogo calabrese che, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un provvedimento cautelare, emesso dal Gip nei confronti di 8 indagati, 2 dei quali in carcere e 6 agli arresti domiciliari. Associazione finalizzata alla commissione di falsi materiali e ideologici commessi da pubblico ufficiale in atti pubblici, corruzione, concussione e omissione di atti d’ufficio, nonché induzione indebita a dare o promettere utilità, tentato peculato, tentata truffa aggravata, invasione di terreni o edifici i reati ipotizzati a vario titolo. Fra gli arrestati Sergio Costanzo (FI), consigliere comunale d’opposizione e l’ex dirigente dell’Aterp (e non del Comune come si era appreso in un primo momento) Vincenzo Celi. Le ipotesi di reato di corruzione e concussione hanno interessato la gestione dell’assegnazione delle case popolari in seno all’azienda per l’edilizia popolare di Catanzaro in danno anche di famiglie bisognose.

Gli altri arrestati

Arresti domiciliari, invece, per Domenico Albino (67 anni), responsabile del distretto Aterp di Catanzaro, attualmente in quiescenza, e per i dipendenti sempre in forza all'Azienda territoriale Domenico Bevilacqua (62 anni), Sandro Gironda Velardi (64 anni), Concetta Raffa (58 anni) e Manlio Severino (64 anni). Nell’inchiesta sono indagati in stato di libertà due componenti della Polizia municipale, Ivan L’Arocca e Giuseppe Grande, per i quali è stata disposta la misura interdittiva così come per una dipendente Aterp nell’ufficio di Lamezia Terme, Raffaella Trapuzzano.

L'indagine

L’attività investigativa (che si è avvalsa di attività tecniche, intercettazioni telefoniche ed ambientali, videoriprese, assunzione di sommarie informazioni ed acquisizione documentale), coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, avrebbe consentito di delineare l’esistenza e l’operatività di un’associazione per delinquere che svolgeva una attività di assegnazione «parallela» delle case popolari in cambio di utilità economiche da parte dei soggetti assegnatari degli immobili, i quali, in alcuni casi, avrebbero proposto ai pubblici ufficiali una somma di denaro per ottenere l’assegnazione dell’immobile, in altri casi - più frequenti - sarebbero stati costretti a soccombere alle richieste di soldi o altre utilità da parte dei pubblici ufficiali. Il modus operandi da parte dei componenti dell’organizzazione, di cui sarebbe promotore un altro degli arrestati, il cittadino rom Domenico Bevilacqua, secondo l’accusa, consisteva nella sistematica violazione della legge regionale istitutiva dell’Ente e che ne regola il funzionamento, al fine di aggirare la procedura ordinaria di assegnazione degli immobili che non spetta all’Aterp, ente che ha il solo compito di gestire gli immobili, renderli fruibili alle persone e comunicare eventuali occupazioni abusive o immobili lasciati liberi dagli assegnatari affinché si provveda a loro utilizzo pubblico. L’ente titolato in tal senso, ai sensi della legge regionale 32/96, è il Comune che, in base a una graduatoria pubblica, assegna gli alloggi man mano che si rendono vacanti in base alla comunicazione dell’Aterp. L’amministratore locale coinvolto, seppur privo di ruoli in seno all’Aterp, in virtù di consolidate amicizie con i funzionari di quell'Ente, fungeva da raccordo tra cittadini che miravano ad ottenere o mantenere posizioni alloggiative, in violazione della legge, e i dipendenti dell’azienda territoriale. L’inchiesta coinvolge, oltre a dirigenti dell’Aterp, anche due vigili urbani.

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