La Procura generale di Perugia sta utilizzando l’intelligenza artificiale per districarsi con più velocità tra le 140 mila pagine di atti del processo nel quale il già pentito di mafia Vincenzo Scarantino ha chiesto la revisione della condanna per calunnia. Lo ha rivelato il capo dell’Ufficio Vincenzo Sottani incontrando i media per un bilancio di fine anno.
«In queste 140 pagine - ha spiegato il magistrato - più volte si è contestato al collaboratore che aveva detto il falso e questo significa per lui perdere anche i benefici. Stiamo sperimentando l’intelligenza artificiale per capire non solo quando viene citato questo nominativo, ma per cercare con domande appropriate che ci dica quando è stata fatta una contestazione, su quale argomento e individuando il documento. Avere un risposta così in 40 secondi vuol dire poter centrare l’attenzione sugli atti d’interesse».
Scarantino fu il perno dell’accusa nel «depistaggio» sulla strage di Via D’Amelio, con imputati condannati all’ergastolo che poi risultarono innocenti. È ancora in corso un processo per delineare la strategie ed eventuali responsabilità.
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