Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Forestali, in Sicilia più posti col nuovo concorso

Nella selezione annullata erano 40, ora sono 250. L’assessore Savarino assicura trasparenza

Pronti via, si riparte stamattina con la doppia partita da chiudere entro l’anno, con la Finanziaria da una parte e il maxiemendamento dall’altra, e mentre i più ottimisti tra i deputati dell’Ars, quantomeno sul fronte della maggioranza, confidano di vedere in porto tutto entro stanotte, da Sala d’Ercole arriva per il momento il disco verde agli emendamenti governativi presentati dall’assessore a Territorio Giusy Savarino, che segnano una svolta nella pianificazione del demanio marittimo e nelle procedure di reclutamento del Corpo Forestale.
Dopo vent’anni di attesa, parte così il riordino dei Piani di utilizzo del Demanio marittimo (Pudm) utili a regolamentare la fascia costiera, con diverse novità tra le quali la programmazione regionale per superare l’assenza di piani comunali, l’iter burocratico semplificato e più rapido, la priorità alla Valutazione ambientale strategica (Vas) e l’intervento sui municipi inadempienti. Norme che «rappresentano un passo avanti fondamentale per sostenere lo sviluppo dei comuni costieri siciliani, garantendo al contempo una gestione più sostenibile e ordinata delle risorse marittime e risolvendo questioni strategiche legate al Demanio», osserva Savarino, secondo la quale, «con queste misure la Regione si pone come guida nel processo di sviluppo locale, rispondendo alle esigenze di cittadini e amministratori comunali».
Via libera anche all’emendamento della Finanziaria che di fatto sblocca il concorso per guardie forestali. Si tratta della riedizione di quello annullato un anno fa perché uno dei vincitori era figlio dell’ex direttore generale del corpo forestale. Ora si riparte con più posti da assegnare: si passa dalla quarantina del 2023 ai 250 del nuovo tentativo che, rassicura Savarino, garantirà maggiore trasparenza e correttezza, per un processo selettivo equo e imparziale, nonché l’adeguamento delle procedure di nomina attraverso commissioni giudicatrici costituite da figure di alto valore e competenza, uniformi agli standard degli altri rami dell’amministrazione regionale: «interventi che rafforzano le capacità operative del Corpo, cruciale per la tutela dell’ambiente».
Adesso, per quanto riguarda la legge di stabilità regionale, mancherebbero «solo» sei articoli, uno scoglio che potrebbe essere superato in una giornata di lavori parlamentari, ma resta lo scoglio politico del maxiemendamento, che nella sua versione originaria pesa più della stessa Finanziaria, quantomeno dal punto di vista delle misure previste. Difatti, la parola d’ordine, non solo per l’opposizione ma anche per la maggioranza di governo, è scremare il più possibile. Anche perché il testo è stato riempito di norme ordinamentali, che non in un provvedimento finanziario non dovrebbero entrare. Queste ultime potrebbero dunque essere stralciate e votate separatamente a gennaio prossimo, trovando spazio in altre leggi. Nel maxiemendamento, invece, dovrebbero quasi sicuramente restare i passaggi che prevedono lo stop agli interessi sui prestiti per acquistare beni non di lusso, i fondi per i nuovi dissalatori, i finanziamenti agevolati a fondo perduto gestiti dall’Irfis per la fusione delle imprese e la stretta sui contributi a pioggia a fondazioni ed enti. I capigruppo proverranno a trovare la quadra a cominciare da stamattina. Partito democratico e M5S hanno già levato gli scudi, giudicando il testo, rispettivamente, «una finanziaria nella finanziaria» e «pieno zeppo di mini riforme», ma non è detto che non si riesca a trovare un accordo entro le prossime 24 ore, come auspicato dalla giunta, altrimenti si ricomincerà, come nel gioco dell’oca, il 27 dicembre.
Il capogruppo della Lega, Salvo Geraci, fa professione di ottimismo, ricorrendo a metafore: «il maxi emendamento fa paura al Pd e al Movimento 5 Stelle come il re dei topi nella favola natalizia dello Schiaccianoci. Meglio dunque per l’opposizione un bell’esercizio provvisorio d’altri tempi, piuttosto che il confronto? Abbiamo lavorato insieme e non ci sono rischi di fughe in avanti. Dialogheremo su tutto ed ogni valutazione la faremo con serietà senza compromettere il risultato dell’approvazione entro l’anno della Finanziaria. Il governo Schifani ha dato un’accelerazione all’azione amministrativa proprio grazie ad una programmazione su base annuale, senza l’ingolfamento della spesa in dodicesimi. Si va avanti su questa strada».

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia