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Il dramma degli alpinisti intrappolati sul Gran Sasso, due romagnoli in un canalone. Soccorsi sospesi per maltempo

Non c'è più nulla da fare, invece, per una escursionista che si trovava sul monte Resegone

Il Soccorso Alpino ha fatto sapere che alle ore 6:30 una squadra rimasta in quota per tutta la notte in pronta partenza in attesa di un miglioramento delle condizioni meteo, è partita alla volta del Rifugio Duca degli Abruzzi per poi tentare un nuovo avvicinamento verso i due alpinisti emiliani bloccati da ieri in un canalone sul Gran Sasso, 23 Dicembre 2024. ANSA/US SOCCORSO ALPINO

Dramma per due alpinisti emiliani, scivolati in un canalone sul Gran Sasso a quota 2.700 metri, dove sono bloccati da domenica pomeriggio in attesa dei soccorsi, sospesi da ore a causa del maltempo che imperversa sulla zona, con visibilità ridotta a zero e raffiche di vento a 100 km orari: Luca Perazzini, 42 anni, e Cristian Gualdi, di 48 anni, amici di Santarcangelo di Romagna (Rimini), erano ben equipaggiati per la scalata, ma ora si teme per la loro vita: nessuno sa al momento se i due sono ancora vivi e sono saranno in grado di sopportare le temperature rigide di un’altra notte dopo che in quella scorsa le minime sono scese sotto i dieci gradi sotto lo zero. Nella zona dove si è verificato l’incidente l’allerta domenica era gialla - vale a dire una criticità ordinaria - per le valanghe. E le previsioni parlavano di «precipitazioni da isolate a sparse, anche a carattere di rovescio o temporale" nell’area dell’escursione. Tutte informazioni che erano contenute nel bollettino dell’Agenzia regionale di Protezione Civile del 21 dicembre. Nelle ore successive, però, le condizioni meteo sono peggiorate e sono diventate proibitive, soprattutto a causa del vento, costringendo i soccorritori a fermare le ricerche: lo stop è arrivato dopo il tentativo di questa mattina, senza esito, degli uomini del Soccorso Alpino e Speleologico che si sono spinti fino al bivacco invernale del rifugio Duca degli Abruzzi.

Attualmente le squadre del Cnsas e del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza sono ferme nel piazzale di Fonte Cerreto, località di partenza della funivia del Gran Sasso che conduce in quota a Campo Imperatore, in attesa del miglioramento delle condizioni climatiche. Un tentativo di raggiungere i due alpinisti era già stato fatto domenica da una squadra di quattro uomini della Finanza e del Cnsas. I soccorritori erano arrivati fino a località Sella di Corno, ma le condizioni assolutamente proibitive hanno impedito di proseguire in sicurezza: raffiche di vento, nebbia, visibilità nulla, precipitazioni e neve hanno impedito ai soccorritori di proseguire fino al punto dove presumibilmente sono finiti i due alpinisti. «Continuiamo ad aspettare e a sperare», afferma il sindaco di Santarcangelo, Filippo Sacchetti, che esprime alle famiglie dei due alpinisti giunte in Abruzzo tutta la vicinanza della comunità e che ha provato anche a chiamare i due ma senza esito. "So che fino a un certo punto i loro telefoni sono stati raggiungibili - ha aggiunto - poi da ieri pomeriggio più nulla».

Quest’anno il bilancio degli incidenti in montagna in Abruzzo è di dieci morti e due dispersi, 'annus horribilis' a causa di sette incidenti e tre malori; un escursionista e un fungaiolo scomparsi nello scorso settembre risultano tuttora dispersi. Grazie alla collaborazione di numerose istituzioni, tra le quali l’Agenzia regionale di Protezione civile, il Corpo nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) d’Abruzzo e il Cai, oltre alle forze dell’ordine, in Abruzzo è stato definito e pubblicato il vademecum 'Sicurezza in montagna' che contiene un decalogo di consigli per vivere la montagna con prudenza, tra i quali quello di pianificare in anticipo l’escursione; scegliere l'itinerario in funzione delle proprie capacità fisiche e tecniche; controllare con sufficiente anticipo il meteo; prestare attenzione alla segnaletica e restare sul sentiero; in caso di difficoltà o maltempo non esitare a tornare indietro».

Non c'è più nulla da fare, invece, per una escursionista che si trovava sul monte Resegone, il simbolo di Lecco. La donna era aggregata a un gruppo di alpinisti ed è caduta da una parete nella zona della ferrata De Franco. Una volta lanciato l'allarme, sul posto sono giunti i tecnici del Soccorso alpino e l'elisoccorso levatosi in volo da Como, ma non c'è stato nessun margine d’intervento e hanno potuto solo constatare il decesso.

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