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Chiara Ferragni a giudizio per truffa aggravata. L'influencer: 'Accusa ingiusta'

La decisione riguarda la vicenda del pandoro e delle uova di cioccolato. Il legale dell'imprenditrice: "Non ha commesso alcun reato"

Chiara Ferragni con il "Pandoro Pink Christmas", "griffato" Chiara Ferragni. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha sanzionato le società riconducibili a Chiara Ferragni e Balocco per pratica commerciale scorretta. INSTAGRAM CHIARA FERRAGNI +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK +++

La Procura di Milano ha rinviato a giudizio con citazione diretta Chiara Ferragni per la vicenda della presunta truffa dei pandoro 'Pink Christmas' e per le uova di cioccolato. Lo rende noto la difesa, che commenta: "Non ha commesso alcun reato".

"Credevo sinceramente che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno - il commento a caldo dell0'influencer-. Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza".

"Restiamo fermamente convinti che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che ogni profilo controverso sia già stato affrontato e risolto avanti l'Agcm". Così in una nota gli avvocati di Chiara Ferragni, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, dopo aver appreso che la Procura ha emesso il decreto di citazione a giudizio della propria assistita.

"L'interlocuzione con i Pubblici Ministeri non ha avuto l'esito auspicato e la Procura ha preferito demandare al Giudice del dibattimento ogni decisione nonostante sia evidente l'assenza di condotte costituenti reato e la mancanza delle condizioni di procedibilità - sostengono i legali - L'innocenza della nostra assistita verrà certamente acclarata in giudizio che affronteremo serenamente".

Si aprirà il prossimo 23 settembre davanti alla terza sezione penale del Tribunale di Milano, in composizione monocratica, l'udienza predibattimentale per Chiara Ferragni e per le altre persone rinviate a giudizio dalla Procura nell'indagine su una presunta truffa legata ai casi della Dolci Preziosi. I coimputati della influencer per cui il pm Cristian Barilli e l'aggiunto Eugenio Fusco hanno firmato il decreto di citazione diretta, sono il suo ex collaboratore Fabio Damato, Alessandra Balocco, ad dell'azienda dolciaria e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID.

Caso Ferragni, i pm indicano anche i consumatori come testimoni

Ci sono anche 8 consumatori che avrebbero acquistato i prodotti sponsorizzati da Chiara Ferragni e due rappresentanti di associazioni, l'Associazione utenti servizi radiotelevisivi e Consumatori italiani, indicati dai pm come "persone informate sui fatti" e dunque come testimoni nel procedimento a carico della influencer e dei tre co-imputati per i casi del pandoro e delle uova di cioccolato sulla presunta pubblicità ingannevole mascherata da operazioni di beneficienza. Lo si legge nel decreto di citazione diretta a giudizio che non indica, invece, "persone offese" anche perché il Codacons ha raggiunto un accordo con Ferragni. In totale, l'aggiunto Eugenio Fusco e il pm Cristian Barilli nel decreto di citazione diretta a giudizio, che porta Ferragni e gli altri all'udienza predibattimentale il 23 settembre davanti al giudice della terza sezione penale di Milano, hanno indicato 27 testimoni. In particolare, sei investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, che hanno condotto le indagini, e quattro della Gdf di Bari in relazione al capitolo sulle uova di Pasqua della Cerealitalia. Poi, altri sette testi, tra cui persone dello staff di Ferragni e già sentite nelle indagini, e che dovranno riferire sulla "genesi e lo sviluppo - si legge - della campagna promozionale dei prodotti", sui "rapporti tra le società coinvolte", sulle "richieste pervenute ai consumatori" e sui "centri decisionali delle rispettive aziende". Dieci testimoni, invece, tra cui gli otto acquirenti, dovranno parlare degli acquisti effettuati e dell'impatto "della comunicazione relativa all'attività benefica sulla decisione di acquisto". Sarà il giudice, dopo l'udienza predibattimentale, una sorta di vaglio prima del processo, a dover decidere se si aprirà o meno il dibattimento a carico degli imputati, tra cui anche l'ex collaboratore di Ferragni, Fabio Damato, Alessandra Balocco, amministratore delegato dell'azienda piemontese e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID. Le imputazioni contestate nel decreto sono quelle di truffa aggravata già contenute nella chiusura indagini dello scorso ottobre. Poi, a fine dicembre c'era stato l'accordo tra Ferragni e il Codacons che aveva presentato l'esposto che aveva fatto scattare l'inchiesta. L'influencer ha deciso non solo di risarcire i consumatori che si erano rivolti all'associazione con 150 euro l'uno, ma anche di donare in beneficenza 200mila euro ad un ente che si dedica al supporto e alla tutela delle donne vittime di violenza. Il Codacons ha così revocato la denuncia e non è più parte offesa.

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