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Il Cas e gli errori di comunicazione. Le frasi del dg Fazio "non concordate" con il Cda

Ma perché c’era lui in Aula a Messina e non il presidente Nasca, unico titolato a rispondere? Le ire di Schifani e del Ministero dei trasporti

Ci sono parole – le stesse – che se pronunciate da diverse persone, con ruoli differenti, in vari contesti, hanno un peso diseguale. Va benissimo se è il presidente del Cas Filippo Nasca a dire alla Gazzetta – nell’intervista del 17 gennaio scorso – che «due sole gallerie su settanta» dell’A20 Messina-Palermo «sono a norma». Oppure, che bisogna valutare con attenzione il raccordo del Ponte sullo Stretto con la viabilità autostradale, facendo riferimento anche e soprattutto al massiccio transito di mezzi pesanti che la interesseranno.
Però, non è giustificato e men che meno tollerato se i campanelli d’allarme – analoghi – li suona il direttore generale Franco Calogero Fazio, presente in consiglio comunale, a Messina, il 27 gennaio. A quest’ultimo si rimprovera di aver acceso non tanto i riflettori sulle criticità delle tratte gestite dal Consorzio di cui fa parte, ma di aver toccato il “santuario” del Ponte, facendo balzare sulla sedia prima il governatore Renato Schifani («sorpreso da quelle dichiarazioni non concordate col Cda»), poi anche qualche alto rappresentante di Governo. Da qui unico diktat: la testa di Fazio, con contestuale avvio dell’iter che potrebbe sfociare nella revoca del suo incarico. Intanto, il dg deve fornire una sua versione dei fatti, ossia delle controdeduzioni sulla base delle quali il Consiglio d’amministrazione dell’ente di contrada Scoppo dovrà prendere una decisione. Sul caso spinoso, il presidente del Cda Nasca preferisce non commentare, al momento, anche se il tutto non è stato gestito nel migliore dei modi. Se è consentito soltanto all’organo di vertice, quindi politico, rilasciare dichiarazioni anche nelle sedi istituzionali, come quella del consiglio comunale di Messina, allora perché non mandare “in avanscoperta” direttamente il numero uno del Consorzio, titolato a rispondere pure alle domande “scomode”? Una leggerezza, quella maturata a Palazzo Zanca, che ha sollevato un polverone ancora ben alto in cielo.

La riorganizzazione interna

Rimanendo in tema di organigramma, struttura e personale di Autostrade siciliane, è stato lo stesso Nasca, prima che scoppiasse la polemica, a evidenziare alla Gazzetta il percorso intrapreso. «Abbiamo bisogno di buone progettazioni e buone esecuzioni, quindi abbiamo bisogno di rafforzare la nostra struttura. Recentemente abbiamo bandito i concorsi per il reclutamento di alcune figure dirigenziali – ha specificato –. Il Cas non li faceva da tempo e c’è un evidente problema di invecchiamento del personale in servizio. Abbiamo deliberato un altro concorso per il reclutamento di circa 50 figure tecniche, tra ingegneri, architetti, geometri. Ciò ci consentirà anche di ridurre i costi delle progettazioni esterne. Un ulteriore concorso “più piccolo” riguarderà l’arruolamento di figure amministrative. Quindi, stiamo anche dando risposte sul piano occupazionale, ma non per creare lavoro fine a se stesso, bensì per finalità produttive ed essere all’altezza dei compiti di una concessionaria che è una delle più grandi in Italia per reti gestite. Tra l’altro, ci avviciniamo alla scadenza di questa concessione, fissata per il 2030, e vogliamo avere tutte le carte in regola per fare restare questo asset in Sicilia, visto che è fondamentale per la sua economia. Il Cas è un patrimonio che dobbiamo difendere e preservare». Verdetto che emanerà giocoforza il ministero dei Trasporti, lo stesso che da qualche giorno mostra nervosismo nei confronti del Consorzio per la questione “audizione di Fazio”.

Il riordino del personale

Lo scorso 28 gennaio, consumato un altro passaggio della “Procedura di riqualificazione del personale dipendente del Consorzio autostrade siciliane” avviata lo scorso marzo. La commissione presieduta, tra gli altri, da Fazio, ha stabilito di «avviare le trattative interlocutorie con i singoli dipendenti le cui posizioni sono state ritenute astrattamente valutabili al fine del riconoscimento di un livello di inquadramento diverso rispetto a quello attualmente attribuito». Gli impiegati nei settori tecnico e amministrativo, a tempo indeterminato, erano stati invitati – se interessati – a rispondere alla possibilità di riqualificazione professionale , indicando qualifica, livello e mansioni, anzianità di servizio, titolo di studio e ufficio di appartenenza.

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