
La volontà è quella di chiudere prima possibile a Milazzo una triste pagina della sanità milazzese degli anni Settanta che tutti auspicavano fosse sepolta e che invece per puro caso è stata riaperta.
La vicenda dei “bambini nelle bocce” - rinvenuti tra il degrado dell’ex ospedale di Vaccarella - infatti non viene considerata solo una storia di grave negligenza di chi ai tempi - 50 anni fa - ha gestito le fasi della dismissione di quel presidio sanitario, ma anche la “ferita” di famiglie milazzesi e del comprensorio che hanno visto trasformare in realtà quello che pensavano fosse solo un racconto di qualche anziano del quartiere.
Storie spesso di relazioni clandestine che, per ovvie ragioni dovevano concludersi con l’aborto, procedura allora illegale (la legge è entrata in vigore solo nel 1978), ma anche drammi familiari di gravidanze finite purtroppo per i genitori in anticipo ne peggiore dei modi . E oggi qualcuno vorrebbe saperne di più ad esempio su congiunti mai nati. Come una donna che leggendo le notizie di questi giorni si è ricordata che il padre, oggi scomparso, aveva raccontato a lei e alle sorelle che all’ospedale di Vaccarella era conservato il feto del fratello. Adesso vorrebbe sapere se in uno di quei barattoli che hanno resistito al degrado c’è qualche indicazione per risalire all’identità. Anche in questo caso solo l’Asp potrà dare delle risposte.
Nel frattempo la stessa azienda sanitaria ha comunicato ieri di aver accolto la proposta del sindaco di Milazzo di procedere alla sepoltura dei resti dei bambini nati morti e rinvenuti all’interno dell’ex ospedale civico di Vaccarella. «Dopo un colloquio col sindaco Midili – ha detto il direttore generale Giuseppe Cuccì– è stata attivatala procedura prevista in questi casi per dare seguito ai diversi passaggi finalizzati a dare degna sepoltura a questi reperti anatomici nell’area esistente all’interno del cimitero e dedicata ai bambini mai nati».
È chiaro – aggiungiamo – che occorre comprendere anche le modalità visto che nei barattoli, oltre alle spoglie dei bimbi, c’è anche la formalina, un liquido utilizzato in passato in ambito sanitario, ma successivamente dichiarato tossico. Smaltirlo dunque non sarà cosa semplice e comunque spetterà all’Asp.

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