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Tragedia del Bayesian in Sicilia: le prime nubi si diradano

Decisivi, nel fissare le cause dell’affondamento, i dati che saranno rivelati dagli impianti di bordo

Un modello della Bayesian di Perini Navi, come la barca a vela affondata nel palermitano.ANSA/Perini Navi ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK

Definito chi effettuerà il recupero - la britannica Tmc Marine Consultants guiderà il progetto, come deciso dalla Procura di Termini Imerese, che ha dato il via libera con la Guardia costiera di Palermo - andrà redatto il piano operativo: un mese di tempo da ieri. Il “cantiere” - base a terra e pontone in mare - sarà allestito da metà marzo in poi: l’intervento è stato materialmente affidato alla società olandese Smit Salvage. Quindi il recupero del veliero, dopo aver tagliato l’albero - 72 metri di altezza, 24 tonnellate e mezzo di peso - dalla terza settimana di aprile. Quindici giorni potrebbero essere sufficienti per completare le operazioni, fanno sapere i tecnici sempre prudenti nel rilasciare dichiarazioni. Il Bayesian, riemerso dai fondali di Porticello, sarà ospitato al porto di Termini, e non di Palermo, per i successivi passaggi “investigativi” e i rilievi dei consulenti delle famiglie delle vittime, delle compagnie assicurative e degli indagati. Il consulente della Procura, l’ingegnere navale Alessandro Biriaco, consegnerà la sua relazione verosimilmente entro la fine di luglio. E sarà la bussola che detterà le mosse al sostituto procuratore Cammarano, titolare dell’inchiesta.
Decisivi, nel fissare le cause dell’affondamento, i dati che saranno rivelati dagli impianti di bordo: in particolare il funzionamento di locali, sistemi di sicurezza e apparato motore. Recuperati dai sommozzatori del Consubim i dischi rigidi delle telecamere a circuito chiuso che monitorano la sala macchine e il ponte di coperta, e i dischi dei computer che registrano le attività di bordo, come - ad esempio - gli allarmi. “Reperti” in possesso dell’autorità inquirente, che ha affidato agli specialisti della Marina militare il recupero di questo materiale nei giorni immediatamente successivi all’affondamento del veliero. Opzione volta a scongiurare il danneggiamento dei dischi.
Cosa si sa già e cosa si dovrà scoprire? Solo una la porta stagna trovata parzialmente aperta. È quella che separa la sala macchine dal gavone di poppa. Altre porte (ponte e livelli inferiori) sono state trovate aperte, ma non rappresentano elementi che hanno causato l’affondamento, fanno sapere gli esperti. Il direttore di macchina, sentito dagli inquirenti, ha affermato che anche la porta stagna - che può essere azionata dal ponte - era stata chiusa. Qualcosa non ha funzionato? Guasti a bordo? Il Bayesian, quando è stato colpito dalla tempesta inaspettata e violenta nella notte del 19 agosto, si trovava in rada a Porticello, ancorato. È possibile che si sia tentato di ritirare l’ancora - equipaggio più che esperto -, ma l’operazione - se avviata - non è riuscita: interruzione della corrente elettrica? Fatalità comunque decisiva: il veliero ha iniziato a inclinarsi imbarcando acqua, inspiegabilmente senza mai più rialzarsi (“infiltrazioni” non notate in una fase precedente che hanno appesantito lo yacht?), è affondato di poppa per adagiarsi al fondo sul fianco destro.
Quella stessa notte, a centro metri di distanza, si trovava in rada un altro veliero, il sir Roberto Powell, sicuramente investito dalla stesso vento di tempesta, ma ha superato il momento senza grandi difficoltà. Anche questa, per tecnici e inquirenti, è una circostanza anomala.

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