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Papa Francesco interrompe l'omelia durante il Giubileo delle Forze Armate: “Ho difficoltà nel respiro, proseguite”

A leggere il resto è stato l’arcivescovo Diego Ravelli, maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie

Papa Francesco
Papa Francesco

«E adesso mi scuso un po' e chiedo al maestro di continuare la lettura per difficoltà di respiro». Così Papa Francesco, dopo aver letto una parte dell’omelia della messa presieduta in piazza San Pietro in occasione del Giubileo delle Forze Armate. A leggere il resto dell’omelia, è l’arcivescovo Diego Ravelli, maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie.

Il Papa in questi giorni è stato sofferente per una bronchite: tuttavia non ha mai interrotto il programma delle udienze, limitandosi però a tenerle a Casa Santa Marta.

La prima parte dell'omelia

«Gesù non si limita a osservare le cose che non vanno, come spesso facciamo noi finendo per chiuderci nel lamento e nell’amarezza; Egli invece prende l’iniziativa, va incontro a Simone, si ferma con lui in quel momento difficile e decide di salire sulla barca della sua vita, che in quella notte è tornata a riva senza successo». Papa Francesco, prima di sospendere l’omelia, riprende il brano del Vangelo sull'incontro tra Gesù e i pescatori presso il lago di Gennesaret per spiegare che «quando il Signore sale sulla barca della nostra vita per portarci la buona notizia dell’amore di Dio che sempre ci accompagna e ci sostiene, allora la vita ricomincia, la speranza rinasce, l’entusiasmo perduto ritorna e possiamo gettare nuovamente la rete in mare».
«Avendo visto negli occhi e nel cuore di quei pescatori l’amarezza per una notte di fatica andata a vuoto, Gesù sale sulla barca per insegnare, cioè per annunciare la buona notizia, per portare la luce dentro quella notte di delusione, per narrare la bellezza di Dio dentro le fatiche della vita umana, per far sentire che c'è ancora una speranza anche quando tutto sembra perduto», ha sottolineato il Pontefice.
«Gesù non è preoccupato di mostrare un’immagine di sè alle folle, di eseguire un compito, di seguire una tabella di marcia nella sua missione; al contrario, al primo posto mette sempre l’incontro con gli altri, la relazione, la preoccupazione per quelle fatiche e quei fallimenti che spesso appesantiscono il cuore e tolgono la speranza», ha aggiunto.

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