Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Sicilia e Pnrr, alla ricerca del tempo perduto: ritardi iniziali, ma il 61% delle opere è in fase esecutiva

I progetti di opere pubbliche in fase esecutiva, la cui titolarietà è della Regione siciliana, rappresentano il 61 per cento del totale delle risorse assegnate dal Pnrr all’Isola, per un importo di 329 milioni di euro. È una buona performance, anche se tra le regioni del Mezzogiorno c’è chi ha fatto meglio, in questo caso la Puglia, che ha impegnato ben 632 milioni di euro, pari al 66,5%. La Sicilia, però, ha fatto meglio, per il momento, della Campania (la percentuale si attesta attorno al 52%), per non parlare della Calabria e della Basilicata, che restano molto indietro (rispettivamente al 23,4 e al 21%).
Sono alcuni dei dati che emergono dal nuovo Rapporto Svimez (l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) che fa il punto sull’attuazione, al 31 dicembre 2024, dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il monitoraggio sulle opere pubbliche portate avanti dai Comuni e dalle Regioni, a meno di un anno e mezzo dalla scadenza del 2026 (il termine fissato per l’attuazione del Pnrr), conferma, da un lato, i ritardi da parte delle Amministrazioni meridionali impegnate in una sorta di “corsa a handicap” per recuperare il tempo perso nella fase di avvio del Piano nazionale, ma dall’altro attesta anche la capacità, soprattutto da parte di molti Comuni del Sud, e della stessa Sicilia, di aprire cantieri per risorse pro capite molto significative, a testimonianza dello sforzo realizzativo in corso. Il dato comune è che nelle città sono in fase più avanzata i lavori per asili e infrastrutture scolastiche, mentre vanno più a rilento le opere, a titolarità delle Regioni, soprattutto per la sanità territoriale. E nel Rapporto si lancia anche un allarme: «Attenzione alla prossima rimodulazione del Pnrr: non si penalizzino gli investimenti pubblici».
I fondi che il Pnrr destina alla realizzazione di lavori pubblici sono pari a 65 miliardi di euro. La quota di risorse per interventi infrastrutturali è del 54,2% nel Mezzogiorno (26,2 miliardi), di circa 6 punti percentuali superiore al dato del Centro-Nord (48,5%; 38,8 miliardi). L’incidenza delle risorse a gestione dei Comuni per opere da realizzare nell’area è del 33,2% nel Mezzogiorno e del 30,5% al Centro-Nord. Anche dai valori pro capite risulta il maggior sforzo attuativo a carico dei Comuni del Mezzogiorno: 440 euro di investimenti Pnrr per cittadino (302 euro il dato del Centro-Nord). Il dato relativo alle amministrazioni regionali è del 15% nel Mezzogiorno e di circa il 12% al Centro-Nord in termini di incidenza di risorse complessive; valutate in pro capite le risorse a gestione delle regioni meridionali raggiungono 197 euro per cittadino (118 euro il dato del Centro-Nord).
Come detto, «risulta un ritardo generale delle Amministrazioni meridionali nell’avvio della fase esecutiva dei lavori. Il ritardo risulta più ampio per le Regioni e più contenuto nel caso dei Comuni». Alla fine del dicembre 2024, i Comuni meridionali hanno avviato lavori per 5,6 miliardi, il 64% del valore complessivo degli investimenti a loro titolarità; per i Comuni del Centro-Nord il dato è di 9,7 miliardi, l’82,3% delle risorse Pnrr. Alla stessa data, per le amministrazioni regionali meridionali risultano avviati lavori per 1,9 miliardi di euro, il 50% del valore complessivo degli investimenti Pnrr a loro titolarità. Il valore dei progetti avviati per quelle del Centro-Nord si attesta a 3,5 miliardi, quasi il 76% delle risorse Pnrr.
A procedere a rilento nel Sud, un po’ dovunque, sono gli interventi di Sanità territoriale.

Digital Edition
Dalla Gazzetta del Sud in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Oggi in edicola

Prima pagina

Ancora nessun commento

Commenta la notizia