Dalle prime ore di questa mattina militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Brescia e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Brescia, stanno eseguendo 12 misure cautelari e il sequestro preventivo di oltre 8.5 milioni di euro nonché numerose perquisizioni nelle province di Brescia, Torino, Verona, Reggio Emilia, Modena, Cremona, Milano, Monza-Brianza, Mantova, Varese, Catania e Reggio Calabria nonché in Spagna e Svizzera, nei confronti degli appartenenti a un’associazione per delinquere di matrice ‘ndranghetista, operativa nel territorio bresciano, dedita alla commissione di un’articolata frode fiscale di oltre 365 milioni di euro nel settore del commercio delle materie plastiche.
«Siamo davanti ad imprenditori che non sono più vittime della ndrangheta ma alleati, che la cercano per frodare insieme il fisco»: così ha spiegato il procuratore di Brescia Francesco Prete commentando l’inchiesta. Sarebbero state costituite da affiliati alla 'ndrangheta 70 società cartiere, con sede a Brescia, che permettevano a società reali di imprenditori bresciani di annotare fatture per operazioni inesistenti per frodare il fisco o per ottenere finanziamenti pubblici. «A Brescia si è assistito ad un confronto tra clan di 'ndrangheta per chi dovesse avere il monopolio della gestione delle fatture false nel distretto. Lo scontro armato è stato evitato pagando 80mila euro» ha detto il generale Quintavalle della Finanza.
Ancora nessun commento