
Renato Schifani incontrerà oggi i vertici della Lega per individuare il sostituto di Carmelo Ricciardo. E in attesa di riempire l’ultima casella del puzzle della nuova dirigenza, il presidente si prepara ad aprire il delicato dossier sui fondi europei: domani riunirà quattro assessori sui quali pende l’obbligo di accelerare la spesa di un miliardo e mezzo di contributi comunitari che altrimenti si rischia di perdere fra la fine di quest’anno e il 2026.
A Palazzo d’Orleans si attendono che già oggi il segretario della Lega, Nino Germanà, e il plenipotenziario Luca Sammartino, comunichino il nome di un altro dirigente a loro vicino per prendere le redini del Dipartimento Istruzione, dopo che Ricciardo è stato costretto a rinunciare per via del processo che lo vede imputato per turbativa d’asta e corruzione in alcuni appalti sui lavori nei porti siciliani.
Quel Dipartimento resta in quota Carroccio, anche se l’assessore Mimmo Turano, leghista pure lui, non sta entrando nelle scelte, avocate a sé dai vertici del partito. Schifani ha chiesto però di chiudere la partita fra oggi e domani mattina, perché poi convocherà la Giunta per la nuova nomina. E per aprire un altro dossier. Sul tavolo del presidente c’è una relazione della Programmazione che ha fatto accendere una spia di allarme per la spesa dei fondi del piano Fesr. Si tratta dei contributi europei destinati a investimenti e opere pubbliche che dovrebbero spingere lo sviluppo. In estrema sintesi, al presidente è arrivata la certezza che ci sono dei fondi a rischio: «Bisogna accelerare la spesa di un miliardo e mezzo. E per questo motivo ho convocato per domani tutti gli assessori sui quali grava l’obbligo di pubblicare bandi e progetti», ha detto Schifani anticipando il tema principale della giornata di domani.
In realtà il miliardo e mezzo è il target minimo di spesa che la Regione deve centrare in due step: il primo, che vale 537 milioni, entro la fine di quest’anno, il secondo, per un ulteriore miliardo, nel 2026. Il fallimento di questi due traguardi implica la restituzione a Bruxelles delle somme rimaste nei cassetti. Ma va detto anche che il budget di cui dispone la Regione e su cui l’iter è ritenuto troppo lento è molto maggiore e supera i 5 miliardi. Per questo motivo i fari di Palazzo d’Orleans si stanno accendendo in particolare su due assessorati: quello alle Infrastrutture e quello all’Acqua e ai Rifiuti.

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