
Le poche denunce della pubblica amministrazione, l’aumento degli illeciti sul Pnrr, 14 miliardi alla Sicilia, di cui appena il 25 per cento erogati. E ancora la riforma della Corte dei conti, attualmente in discussione al Parlamento nazionale, la proroga del cosiddetto scudo erariale, la norma che limita la responsabilità amministrativa ai casi di dolo omissivo e l’informatizzazione del processo. Lancia l’allarme la Corte dei Conti, all’inaugurazione dell’anno giudiziario nella Sala Magna dello Steri, a Palermo: una riflessione sull’andamento della giustizia contabile nella Regione e un’occasione istituzionale per rivolgersi al popolo nel cui nome sono pronunciate le sentenze della Corte.
Spesa del Pnrr
Assieme ai rischi delle infiltrazioni criminali è al centro delle relazioni dei magistrati contabili. Il procuratore regionale, Pino Zingale, evidenzia che iniziano ad arrivare, soprattutto su iniziativa della Procura europea, «le prime denunce connesse a illeciti relativi a finanziamenti del Pnrr. Si tratta – aggiunge – di importi spesso rilevanti, attraverso il cui non corretto utilizzo, oltre ad attrarre un indebito interesse della criminalità organizzata si rischia di neutralizzare l’obiettivo politico dell’intervento finanziario europeo».
Non solo, quindi, spiega Zingale, le risorse a volte «non risultano tempestivamente impiegate», ma in qualche caso sono «sviate nella loro essenza verso finalità non produttive, se non apertamente criminali». Anche le amministrazioni dunque devono saper «adeguatamente vigilare sul corretto impiego delle risorse». Un allarme sollevato anche dal presidente della Sezione giurisdizionale Anna Luisa Carra, che ha parlato di una «sfida che impegna oggi tutti gli apparati pubblici destinatari delle ingenti risorse del Pnrr alla corretta utilizzazione dei relativi fondi, nonché della necessità di un effettivo controllo da parte di organi giurisdizionali indipendenti».
1 Commento
Armando
01/03/2025 09:47
Se fosse vero,che sorpresa !