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Papa Francesco, un testo per l'Angelus per la terza domenica di fila: "Da qui la guerra appare ancora più assurda, prego per la pace"

The statue of John Paul II at the entrance to the Gemelli Hospital, where Pope Francis is hospitalized, in Rome, Italy, 02 March 2025.ANSA/MASSIMO PERCOSSI

"Vi mando questi pensieri ancora dall'ospedale, dove come sapete mi trovo da diversi giorni, accompagnato dai medici e dagli operatori sanitari, che ringrazio per l'attenzione con cui si prendono cura di me". Così il Pontefice nel testo dell'Angelus. "Avverto nel cuore la 'benedizione' che si nasconde dentro la fragilità, perché proprio in questi momenti impariamo ancora di più a confidare nel Signore; allo stesso tempo, ringrazio Dio perché mi dà l'opportunità di condividere nel corpo e nello spirito la condizione di tanti ammalati e sofferenti", sottolinea il Pontefice che ringrazia "per le preghiere, che si elevano al Signore dal cuore di tanti fedeli da molte parti del mondo: sento tutto il vostro affetto e la vostra vicinanza e, in questo momento particolare, mi sento come 'portato' e sostenuto da tutto il Popolo di Dio. Grazie a tutti". Papa Francesco dice di pregare "soprattutto per la pace. Da qui la guerra appare ancora più assurda. Preghiamo per la martoriata Ucraina, per Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Kivu".

"Gesù ci fa riflettere su due dei cinque sensi: la vista e il gusto - sottolinea ancora Papa Francesco, commentando il Vangelo di oggi -.Riguardo alla vista, chiede di allenare gli occhi a osservare bene il mondo e giudicare con carità il prossimo. Dice così: 'Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello'. Solo con questo sguardo di cura, non di condanna, la correzione fraterna può essere una virtù. Perché se non è fraterna, non è una correzione", sottolinea il Pontefice. "Riguardo al gusto, Gesù ci ricorda che 'ogni albero si riconosce dal suo frutto'. E i frutti che vengono dall'uomo sono ad esempio le sue parole, che maturano sulle labbra, sicchè 'la sua bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda'. I frutti cattivi sono le parole violente, false, volgari; quelli buoni sono le parole giuste e oneste che danno sapore ai nostri dialoghi". "E allora possiamo chiederci: io come guardo le altre persone, che sono miei fratelli e sorelle? E come mi sento guardato da loro? Le mie parole hanno un gusto buono, oppure sono intrise di amarezza e di vanita'?", conclude Francesco.

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