Da un lato c'è Salvatore Grande Aracri (del 1979), figlio di Francesco e nipote del boss ergastolano Nicolino Grande Aracri, che ha patteggiato la condanna a 1 anno e 6 mesi di carcere per usura e ricettazione con l’aggravante mafiosa. Dall'altro gli altri otto imputati ai quali la gup del Tribunale di Bologna, Roberta Malavasi, ha applicato la pena concordata tra accusa e difesa. È terminata così ieri la prima parte del procedimento carico di 12 persone scaturito dall'inchiesta "Grimilde bis" coordinata dalla Dda felsinea sul radicamento della cosca Grande Aracri di Cutro a Brescello. Oltre a Salvatore Grande Aracri, ha patteggiato 4 anni di carcere Mauro Usuardi; la pena concordata di 9 mesi di detenzione è stata applicata a Leonardo Villirillo; a seguire il patteggiamento a 9 mesi di reclusione anche per Giuseppe Caruso, ex funzionario dell’Agenzia delle Dogane ed ex presidente del Consiglio comunale di Piacenza; il fratello Albino Caruso; Claudio Bologna; Pascal Varano; e Devid Sassi. Infine, condanna concordata di 4 mesi a Paolo Pucci. Invece Rosita Grande Aracri, sorella di Salvatore, ha optato per i rito abbreviato che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena.