Mercoledì 19 Marzo 2025

Roma, in 50mila alla manifestazione per l'Europa. Michele Serra: "Siamo in tanti perché siamo un popolo"

«Tra piazza del Popolo, via del Babuino e Pincio eravamo 50 mila veri. È un numero enorme». Lo ha annunciato Michele Serra al termine della manifestazione per l'Europa organizzata oggi a Roma. La piazza, stracolma, era transennata e all’esterno c'erano migliaia di persone accalcate ad assistere agli interventi. In molti, invece, hanno raggiunto il Pincio per seguire da un monitor la manifestazione mentre tanti altri erano seduti sui muretti che costeggiano piazza del popolo.

 Intellettuali, attori, scrittori e musicisti si sono alternati al microfono con uno slogan comune: «L'Europa siamo noi».

La presenza politica

Sotto il palco, fra le circa cinquantamila persone, esponenti e leader politici delle opposizioni, da Elly Schlein a Carlo Calenda, passando per Riccardo Magi, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. C'è Maria Elena Boschi in rappresentanza di Italia Viva, manca Matteo Renzi alle prese con il lancio del suo nuovo libro. Un pienone che ha costretto le forze dell’ordine a chiudere alcune vie d’accesso, come la salita che porta alla terrazza del Pincio.

Bandiere e simboli della manifestazione

A colorare la piazza migliaia di bandiere blu, bandiere arcobaleno della pace, bandiere dell’Ucraina, della Georgia e anche due bandiere palestinesi. Una testa di cartapesta raffigurante un Donald Trump che addenta delle banconote è stata presenza fissa sotto il palco.

Il ruolo di Elly Schlein

La segretaria del Pd, reduce dallo scontro sul voto di mercoledì a Strasburgo, arriva accompagnata dall’ospite tanto maggiore dem, prestandosi ad abbracci e selfie, riscuotendo gli applausi e gli incitamenti - «Dai Elly, vai avanti!» - ma anche un isolato rimbrotto: «Viva la Picierno. Cerca di votare e non dì astenerti», che le ha gridato un uomo sulla sessantina. Il riferimento è alle tensioni interne ai dem che vedono protagonista l’ala riformista del partito, favorevole al ReArm presentato da Von der Leyen, contro la linea dell’asse segretaria, critica sul piano nonostante il sostegno al processo di integrazione che prevede la difesa comune europea.

Il messaggio della segretaria del Pd

La bandiera che Schlein ha portato con sé è la Blu stellata dell’Unione, ma la segretaria Pd ha scelto di sottolineare il suo richiamo alla pace e alla necessità di portare avanti lo sforzo diplomatico in alternativa a una corsa al riarmo, andando a salutare le donne e gli uomini della Tavola della Pace che reggono una enorme bandiera arcobaleno. E sotto quella bandiera la leader dem si è 'inabissata' per poi riapparire davanti a telecamere e fotografi. Un 'gioco' con cui la segretaria ha voluto mettere da parte le polemiche tra sostenitori e detrattori del piano Von der Leyen: «Oggi non è il tempo delle polemiche. Godiamoci questa meravigliosa piazza», ha ripetuto Schlein ai giornalisti che le chiedevano dello scontro nel Pd e nelle Opposizioni.

Le altre voci dal palco

«La pace deve essere garantita da un’Europa forte e forte vuol dire esserlo anche militarmente», ha spiegato il segretario di Azione Carlo Calenda (che entra nella piazza dalla parte opposta da quella scelta da Schlein e Fratoianni): «Noi oggi siamo qui, con la comunità ucraina e georgiana, per ribadire che deve esserci un’Europa forte, potente, capace di respingere le aggressioni economiche di Trump e le aggressioni militari di Putin». Riccardo Magi di Più Europa interpreta il messaggio della piazza ai governi europei: «Fatela questa Europa, fate l’Europa politica che manca, a cominciare dalla politica estera e di difesa».

Dall’altra parte c'è chi, come Nicola Fratoianni, ha deciso di partecipare solo quando è stato chiaro che la piattaforma della manifestazione non era per sostenere la corsa al riarmo. «Io sono molto sereno, sono qui con le mie idee come sempre fatto, supportato dalla coerenza dei miei comportamenti parlamentari», dice Fratoianni, «fin dall’inizio mi sono schierato a favore della pace contro l’escalation militare e oggi non posso che confermarlo davanti al suicidio di Ursula Von der Leyen e 800 miliardi che rappresentano un favore enorme a chi vuole la disgregazione dell’Unione Europea».

All’inizio degli interventi sul palco, aperti da Michele Serra, un violoncello ha intonato la Nona di Beethoven «Inno alla Gioia», inno ufficiale dell’Unione Europea. «A voi che non siete qui oggi dico: siete troppo intelligenti. Noi siamo qui con la più europea di tutte le parole: insieme», ha esordito il giornalista dalla cui penna è partita la mobilitazione di oggi.

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