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Sicilia, lo "scandalo" degli esami istologici fantasma all’ASP di Trapani: 3.308 esami "dimenticati" e 8 mesi di attesa per la verità

PALERMO (ITALPRESS) – Predire l’aggressività di un tumore e stimare il vantaggio di aggiungere la chemioterapia alla terapia ormonale. E’ l’obiettivo dei test genomici per il tumore al seno, che non sostituiscono l’esame istologico ma rappresentano uno strumento in più a disposizione dell’oncologo. In Sicilia sono oltre 200 gli esami prescritti finora, circa il 30%

Ci sarebbe una catena di «grave gestione» da parte della dirigenza generale dell’Asp di Trapani con ritardi, omissioni, informazioni parziali e comunicazioni non tempestive dietro allo scandalo dei 3.308 esami istologici tenuti nei cassetti dall’Azienda sanitaria, con alcuni pazienti che hanno dovuto aspettare fino a 8 mesi per avere il responso. E' quanto emerge dal documento dell’assessorato regionale alla Sanità con allegata la relazione degli ispettori della Regione consegnati al governatore Renato Schifani, che l’ANSA ha avuto modo di leggere. Sette le contestazioni che vengono fatte dagli ispettori all’Asp.

Anche il ministero della Salute ha deciso di inviare in Sicilia gli ispettori per fare chiarezza sul caso dei ritardi nella consegna dei referti istologici ai pazienti, l’indagine comincerà la prossima settimana. La vicenda è esplosa a metà gennaio di quest’anno dopo l'interrogazione parlamentare del deputato di Forza Italia Giorgio Mulè che aveva chiesto spiegazioni sul caso dell’insegnante Maria Cristina Gallo, alla quale il referto istologico fu consegnato con otto mesi di ritardo quando il suo tumore era già al IV stadio. Secondo gli ispettori regionali anche il ministro Orazio Schillaci sarebbe stato indotto a sottovalutare la questione nella sua risposta all’interrogazione parlamentare di Mulè, perché ai suoi uffici l’Asp di Trapani avrebbe fornito dati parziali. «I ritardi accumulati dall’Asp di Trapani nell’erogazione di prestazioni indispensabili, che a tutela della salute della persona devono essere erogate con la massima tempestività, e che, pertanto, hanno generato allarme nella popolazione - oltre a mettere a repentaglio la salute dei cittadini - evidenziano gravi responsabilità gestionali, a cui la direzione aziendale avrebbe dovuto porre rimedio con l’adozione di concreti interventi, anche di monitoraggio, che avrebbero fornito l'esatta dimensione della gravità del fenomeno», si legge nel documento dell’assessorato alla Salute. Per gli ispettori regionali «sono emerse criticità gestionali, di verifica e di controllo, divenute particolarmente gravi e discendenti dalla sottovalutazione della problematica da parte dei vertici strategici ed aziendali nel sistema di erogazione di prestazioni sanitarie».

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