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La sanità in Sicilia e quella corsia privilegiata riservata al latitante Matteo Messina Denaro: in 10 giorni anche l'operazione

Tempi record visita specialistica, gli esami diagnostici, il ricovero e l’intervento chirurgico

Dieci giorni per ottenere una visita specialistica, gli esami diagnostici, il ricovero e l’intervento chirurgico. Tempi da record che per Matteo Messina Denaro non hanno rappresentato un’eccezione ma la regola. Il boss, per 30 anni latitante e protetto da una fitta rete di fiancheggiatori, ha potuto contare, proprio fra Mazara del Vallo, Castelvetrano e Marsala, i luoghi al centro del disastro emerso in questi giorni, su un accesso privilegiato al sistema sanitario, mentre per migliaia di cittadini comuni l’attesa per un esame può durare mesi, se non anni.
La ricostruzione e la tempistica delle cure mediche per il cancro al colon del mafioso è contenuta nelle conclusioni del pubblico ministero Gianluca De Leo, che ha chiesto la condanna a 18 anni di carcere per il dottor Alfonso Tumbarello, l’ex medico di base di Campobello di Mazara, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici per avere redatto numerosi certificati sanitari intestati ad Andrea Bonafede classe 1963, cioè la falsa identità utilizzata da Messina Denaro, morto a 62 anni, proprio a causa del tumore, il 25 settembre del 2023 in una stanza del reparto detenuti dell’ospedale dell’Aquila, dov’era stato trasferito dopo essere stato arrestato.
Il 3 novembre di cinque anni fa Messina Denaro aveva eseguito una colonscopia a Marsala nello studio privato del dottor Francesco Bavetta, specialista in chirurgia dell’apparato digerente. Appena 24 ore dopo un campione del tessuto era già stato inviato per l’esame istologico all’ospedale di Castelvetrano; lo stesso giorno il dottor Tumbarello aveva prescritto la visita chirurgica.

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