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La prima notte dopo il ritorno, per il Papa cure e riposo: la convalescenza durerà almeno due mesi

Papa Francesco ha trascorso la sua prima notte a Casa Santa Marta, dopo il ritorno di ieri dal ricovero di 38 giorni al Policlinico Gemelli per la polmonite bilaterale. Già nel primo pomeriggio di ieri, e pur con le limitazioni dovute ala convalescenza e alle terapie che deve ancora seguire, il Pontefice ha potuto 'riconquistarè i suo spazi nel residence vaticano che ha eletto a sua residenza: in particolare la suite 201 dove alloggia, anche se tutto il secondo piano di Santa Marta, di fatto, è riservato per intero al Pontefice, alle sue esigenze di lavoro e agli spazi per i collaboratori.

Per la convalescenza del Papa, che durerà almeno due mesi, non ci sono stati allestimenti particolari, ha assicurato il suo medico curante Luigi Carbone nel briefing di sabato con i giornalisti. E per le eventuali emergenze sarà sufficiente «il servizio h 24 della Sanità ed igiene» della Città del Vaticano. Il Papa avrà bisogno dell’ossigeno, che gli viene somministrato con le cannule al naso. E conterà su una «assistenza specialistica» per la quale «ci siamo preparati al meglio», ha aggiunto Carbone.

Tra le mura vaticane il Pontefice prosegue le terapie farmacologiche e la fisioterapia motoria e respiratoria: quest’ultima contribuirà anche alla riabilitazione necessaria per riprendere a parlare normalmente e con fluidità. I medici hanno raccomandato a Francesco un adeguato riposo e di limitare al massimo le visite e gli incontri. «Il Papa ha avuto una malattia grave, quasi da rianimazione, ha avuto problemi respiratori e infettivi, e ancora una volta li ha superati tutti": Giulio Maira, neurochirurgo e fondatore della Fondazione Atena, ha risposto così - nel corso di una conferenza stampa in Sala Stampa vaticana sul Summit sulla longevità - alle domande sulla salute di Francesco.

«Il suo fisico rimane debole, le infezioni potrebbero ripresentarsi, ma si farà di tutto perché la fase grave non si ripresenti», ha aggiunto Maira, rivelando di essere stato molto colpito dal fatto che, al momento dell’affaccio dal balcone del Gemelli, «il Papa, tra le tante persone presenti, ha individuato e citato la signora con un mazzo di fiori gialli. Ha capito la delicatezza del pensiero, vuol dire che la sensibilità, l'intelligenza e la capacità di analisi sono ancora vive». Intanto nella prima giornata di piena convalescenza del Pontefice in Vaticano l’ambasciata israeliana presso la Santa Sede ha criticato l’Angelus nel quale Francesco si diceva "addolorato» per «la ripresa di pesanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, con tanti morti e feriti», chiedendo "che tacciano subito le armi, e si abbia il coraggio di riprendere il dialogo, perché siano liberati tutti gli ostaggi e si arrivi a un cessate il fuoco definitivo».

«L'operazione israeliana è condotta in piena conformità con il diritto internazionale. Mentre Hamas colpisce deliberatamente i civili, Israele adotta misure straordinarie per ridurre al minimo i danni ai civili», recita la nota dell’ambasciata. «Speriamo che sia così perché noi siamo molto preoccupati per la violazione sistematica ormai del diritto internazionale», ha commentato il segretario di stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin sottolineando che «il silenzio del Papa di oggi risuona ancora più assordante rispetto alla ripresa dei combattimenti in tante parti del mondo, ma è un richiamo a smettere, a trovare vie di dialogo e di pace».

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