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I femminicidi di Ilaria Sula e Sara Campanella, dalla passeggiata rumorosa al presidio: le iniziative di studenti e collettivi a Roma

Dalla passeggiata rumorosa e 'separatà di questa sera alle 21 a Piazza dell’Immacolata, in zona San Lorenzo, a Roma, al presidio di domani alle 14 a piazzale Aldo Moro. Le studentesse e gli studenti, i collettivi della Sapienza, Non Una Di Meno, Lucha y Siesta si riuniscono "per Ilaria, per Sara, per tutt3». Iniziative che sono state organizzate a poche ore dai femminicidi di Ilaria Sula, studentessa della Sapienza, e di Sara Campanella, universitaria uccisa a Messina.

«Noi non proviamo stupore, proviamo rabbia. Ci vogliamo vive, libere e sicure. Gli slogan li lasciamo a voi: dalle aule delle nostre università alle strade delle nostre città noi vogliamo bruciare tutto. Né fiori né panchine, ma soluzioni reali e Cav, questo vogliamo, questo ci prenderemo», scrive Sinistra Universitaria Sapienza sui social dando appuntamento al presidio di domani davanti all’ateneo. E fa sapere: «domani attraverseremo gli spazi della Sapienza insieme, perché è stata uccisa un'altra sorella».

Mentre nel pomeriggio Cambiare Rotta e Donne De Borgata hanno affisso sulle scalinate all’esterno di Scienze Politiche uno striscione: «Vittime mai più! Per Ilaria e Sara continua la lotta contro la violenza sistemica». «L'unica risposta da parte delle istituzioni, del governo Meloni e dell’università sono la mera commemorazione, politiche di facciata o leggi manettare che non fanno altro che incolpare il singolo senza incidere sulle reali condizioni che nei nostri atenei e nella nostra città alimentano questa violenza sistemica», hanno scritto poi sui social.

Intanto, sempre su Instagram, parte lo «Sciopero per femminicidio. Perché vogliamo vivere, senza rischiare di essere uccise da un uomo», scrive thePeriod elencando in un carosello di immagini le motivazioni per cui scioperare. Da «perché mentre aspettiamo i tempi della giustizia noi siamo già morte» a «per pretendere l’educazione sessuo affettiva nelle scuole». Anche la giornalista Donata Columbro elenca in un post i motivi per cui scioperare «per femminicidio», a partire da «perché qui siamo a una al giorno».

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