
La sua ultima volontà, pronunciata davanti a un medico e una volontaria, è stata quella di non tornare a casa, ma di morire in ospedale «in pace, lontana da mio marito, che mi picchia da 50 anni». Una donna di 80 anni, morta nel settembre 2023, prima di andarsene per sempre ha trovato quel coraggio che per decenni non aveva avuto: denunciare il marito per maltrattamenti. Di questo è accusato ora l’uomo, ottantenne, sotto processo a Torino.
Una vicenda che si protrae negli anni, rimasta chiusa nel silenzio delle mura domestiche per troppo tempo. Tornata alla luce nel giorno in cui a Peschiera del Garda, in provincia di Verona, c'è stato quello che al momento è un tentato femminicidio, visto che la vittima è in fin di vita. Un uomo di 77 anni è stato arrestato dai carabinieri perché ha tentato di strangolare la moglie, 72enne. La donna è stata rianimata sul posto e poi trasferita d’urgenza all’ospedale di Verona Borgo Trento, mentre l’uomo, in stato confusionale, ha ammesso spontaneamente di averla aggredita.
Una storia, quella di Torino, che arriva nello stesso giorno in cui a Cinisello Balsamo (Milano) una 23enne, originaria dello Sri Lanka, ha raccontato di essere stata aggredita in casa e ferita alla nuca con un coltello da uno sconosciuto. Una versione dei fatti che non ha convinto appieno la polizia. L’ex fidanzato della ragazza è stato interrogato. Al momento però non è emerso nulla. Storie dove le donne sono le ennesime vittime. Come lo sarebbe stata l’80enne di Torino. Si è liberata di quel peso nell’estate 2023, quando ad agosto le viene diagnosticato un tumore al pancreas ormai allo stato terminale.
I medici non possono più fare molto, tranne che concordare la necessità di cure palliative. Così le propongono le dimissioni, la possibilità di tornare a casa e morire circondata dall’affetto dei suoi familiari.
Ma l'anziana si rifiuta, non vuole, dice, passare i suoi ultimi giorni vicino a quell'uomo che per anni l’avrebbe maltrattata. Intanto il suo racconto diventa una segnalazione inviata in Procura e da lì un fascicolo d’inchiesta per maltrattamenti in famiglia. Titolare è la pm Barbara Badellino. L’anziana muore a settembre, prima che un magistrato riesca ad ascoltare il suo racconto, che però coinciderebbe con quello dei figli, che durante il processo hanno confermato i maltrattamenti. Non esiste un verbale in cui l’anziana dica in prima persona il suo vissuto. Esiste la sua ultima volontà. Per la sentenza bisognerà aspettare il prossimo 15 aprile.
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