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"Ora c'è il buio, vogliamo giustizia. Aiutatemi a dare voce a Sara". L'immenso dolore della mamma della studentessa uccisa a Messina

Distrutta dal dolore, Cetty Zaccaria: stamattina è andata a dare l’ultimo saluto alla figlia al Policlinico, invita tutte le donne vittime di molestie a denunciare

Chiede giustizia la mamma di Sara Campanella, la studentessa palermitana accoltellata e uccisa a Messina da Stefano Argentino, un collega universitario che la perseguitava con messaggi e attenzioni moleste. Distrutta dal dolore, Cetty Zaccaria, che stamattina è andata a dare l’ultimo saluto alla figlia al Policlinico, invita tutte le donne vittime di molestie a denunciare.

«Sara voleva chiedere la tesi di laurea in oncologia, una ricerca sperimentale mi diceva, per poi specializzarsi e poi fare anatomia patologica per fare le autopsie. E invece adesso l’autopsia la faranno a te, amore della mia vita!!!! Bisogna sempre parlare per denunciare!!! Aiutatemi a dare voce a Sara», ha scritto stamattina su Facebook.

"Vogliamo giustizia per Sara perchè ora c'è il buio"

«Noi vogliamo giustizia per Sara, perchè ora c'è il buio. Non ce n'è spiegazione per un fatto così... Lei non ci ha detto mai niente, perchè Sara era un’anima gentile e voleva persuadere dei suoi no quel ragazzo con gentilezza. Ma bisogna denunciare, bisogna denunciare».

"Non sapevamo che fosse perseguitata da quel ragazzo"

«Non sapevamo che fosse perseguitata da quel ragazzo, ma di certo lei non l’ha mai ricambiato», racconta. L'assassino a difendersi non ha nemmeno provato. Ha ammesso di aver ucciso Sara, ma sul perchè del gesto, sull'arma - il coltello mai ritrovato - e su chi l’abbia aiutato a fuggire non ha voluto rispondere. «Confuso, prostrato» - così lo definisce il suo legale, Stefano nelle due ore in cui si è trovato davanti al gip che ne ha convalidato il fermo ha accettato di rispondere solo ad alcune domande. E ossessivamente ha parlato di Sara, anche quando gli inquirenti gli chiedevano altro. «Ha confessato il delitto, ha risposto in parte, ma non ha spiegato cosa lo ha spinto ad aggredire la ragazza. Si è certo reso conto della gravità dei fatti e sta male», ha detto l'avvocato Raffaele Leone, legale di Argentino per meno di 24 ore. Il difensore, uscito dal carcere in cui il ragazzo è detenuto, ha rimesso il mandato. "Io sono un civilista - ha spiegato ai giornalisti - e a lui serve un penalista. Resterò a disposizione solo fino a nuova nomina".

Lo studente non avrebbe accennato ad alcun pentimento. «Non so dire se nutra rimorso - ha aggiunto Leone - E’ molto chiuso e d’altronde nessuno glielo ha chiesto». Perchè dopo averla seguita abbia tagliato la gola a Sara davanti a decine di persone Stefano non l’ha detto. «E' continuamente tornato sul suo rapporto con la vittima anche quando non era attinente alle domande. Era convinto che la ragazza ricambiasse in qualche modo il suo sentimento anche se ha ammesso che non erano mai stati fidanzati. Non ha parlato delle motivazioni del suo gesto però, né ha risposto sull'arma usatà, ha proseguito il legale. Dei drammatici minuti che hanno preceduto l’omicidio, ripresi dalle videocamere di sorveglianza della zona che, passo passo hanno «seguito» tutti i movimenti dell’assassino, il ragazzo ha preferito non parlare. "Ha lasciato capire che a scatenare la sua ira è stata l’ultima discussione avuta con la vittima ma non ha dato particolari - ha detto Leone - Era lucido ma molto frastornato dalla vicendà" Stefano non avrebbe risposto nemmeno alle domande sull'eventuale aiuto avuto nella fuga dopo l’omicidio. Un aspetto della vicenda su cui i carabinieri del comando provinciale di Messina continuano a indagare.

 

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