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Ilaria Sula uccisa e chiusa in un sacco nero. Le chat dopo il femminicidio: un macabro tentativo di depistaggio

Ilaria Sula, la 22enne scomparsa, lo scorso 25 marzo, dalla sua casa di Roma, dove era arrivata per motivi di studio, e ritrovata cadavere nei pressi del Comune di Poli, dopo essere stata uccisa con quattro coltellate all’altezza del collo, di cui tre profonde e una superficiale, è stata chiusa in un sacco nero e messa in un valigione scuro.

E’ l’ennesimo particolare, secondo quanto apprende l’AGI, emerso dalle indagini dei poliziotti della Squadra Mobile, coordinate dalla procura di Roma, che ha portato all’arresto dell’ex fidanzato della giovane, un 23enne originario delle Filippine che oggi si presenterà davanti al gip per l’interrogatorio di convalida.

«Non ti preoccupare, comunque ci sta pensando la polizia": così rispondeva Mark Samson, il 23enne arrestato per l’omicidio di Ilaria Sula, a un suo amico che, su una chat - visionata dall’AGI -, gli chiedeva notizie della ragazza che, probabilmente, in quel momento era già morta, uccisa con quattro coltellate, di cui tre profonde al collo, sferrate dal giovane di origini filippine.

Nelle stesse ore sul profilo Instagram della ragazza è stata postata una storia: «Sto bene. Grazie a tutti», il testo scritto che ha insospettito gli amici. Era, secondo le ricostruzioni di chi indaga, sempre il 23enne a scrivere al posto della 22enne ormai deceduta.

Intanto, non sono state trovate tracce di sangue all’interno dell’auto usata da Mark Samson per trasportare il cadavere di Ilaria Sula, nel bosco del comune di Poli dov'è stato ritrovato dalla polizia all’interno di una valigia. E’ quanto emerge dagli accertamenti della polizia. Tracce ematiche sono state individuate, invece, durante i rilievi effettuati nella casa dove il ragazzo viveva con i genitori e in particolare in camera da letto.

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